Intervento sulle Pensioni di Reversibilità - Una Rapina Legalizzata
A lanciare l'allarme è stato il segretario generale deollo Spi-Cgil Ivan Pedretti, in Commissione Lavoro alla Camera è arrivato un disegno di legge delega che contiene un punto gravissimo: la pensione di reversibilità, verrà considerata una prestazione assistenziale e non previdenziale, sarà legata all’Isee, cioè al reddito familiare. In pratica, è un modo per demolire un diritto individuale e rendere la pensione, frutto di contributi versati, inaccessibile per centinaia di migliaia di donne e uomini.
La pensione di reversibilità è stata modificata a partire dal 1995, al coniuge spetta il 60% del valore della pensione diretta. Inoltre è legata al reddito del superstite:
- Fino a 19.573 euro nessuna riduzione %
- Da 19.573 a 26.098 euro riduzione del 25%
- Da 26.098 a 32.622 euro riduzione del 40%
- Da 32.622 euro in su riduzione del 50%
“Dicono che la polemica sulle pensioni di reversibilità è infondata, che ci siamo sbagliati - ha detto Pedretti - ma se le legano all’Isee, le taglieranno a molte persone. Questo è scritto nel disegno di legge e questo è quello che abbiamo denunciato. Non servono smentite stizzite. Il Governo deve aprire il confronto con noi e ritirare questa norma. Punto. Sulle pensioni di reversibilità il governo tira il sasso e poi nasconde la mano".
Una misura che non è solo profondamente ingiusta ma è anche tecnicamente impropria e rischia di aprire un contenzioso anche a livello giuridico. La pensione di reversibilità infatti è una prestazione previdenziale a tutti gli effetti, legata a dei contributi effettivamente versati. Che in molti casi quindi sparirebbero nel nulla, o meglio, resterebbero nelle casse dello Stato.
Le pensioni di reversibilità rappresentano un pezzo fondamentale dello Stato Sociale per circa 3 milioni di anziani. Nel 2015 le pensioni di reversibilità sono state 183.000 quasi tutte percepite da donne. Il costo complessivo ammonta a circa 24 miliardi per un reddito medio mensile di circa 615 euro.
"Lo Stato sta facendo una sorta di “rapina” legalizzata - osserva il Segretario dello Spi Cgil Valle d'Aosta Gaetano Maiorana - perpetrata soprattutto ai danni delle donne perché l’età media degli uomini è più bassa e la reversibilità è quindi una prestazione che riguarda soprattutto loro".
“Le donne – conclude Maiorana – sarebbero doppiamente colpite perché hanno una pensione mediamente inferiore a quella degli uomini e in futuro rischiano quindi di impoverirsi ulteriormente. Un vero capolavoro. Ne va del futuro pensionistico di tante persone e della dignità di un governo che non può pensare di fare cassa sulle spalle delle vedove".
Articolo del 16/02/2016
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