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'Non si Possiede ciò che non si Comprende' Congresso Regionale dei Lavoratori della Conoscenza


 "Non si possiede ciò che non si comprende" diceva Goethe, ed è proprio la conoscenza ad essere stata al centro del congresso della Flc regionale, il 14 marzo scorso, che ha visto la riconferma di Katya Foletto alla guida della categoria per altri 4 anni.

I lavoratori della conoscenza, è a questa categoria che la Flc pensa, è questa categoria di lavoratori che la Flc protegge e aiuta. Professori, insegnanti, precari della scuola, ieri erano nella sede della Cgil Regionale per fare il punto sulla situazione della scuola e della cultura nella nostra regione e gettare le basi per il lavoro dei prossimi anni.


"Le difficoltà sempre piu' evidenti dei lavoratori, dei docenti che debbono oggi muoversi in un sistema in costante riduzione di risorse e un territorio, come il nostro, fino a poco tempo fa era denominato "isola felice" - ha detto il Segretario Generale Katya Foletto, introducendo la sua relazione - devono da oggi in poi diventare il quadro di riferimento entro cui muoverci e nel quale indirizzare la nostra azione politico sindacale. Noi dobbiamo svolgere appieno il nostro ruolo, senza il timore del confronto e della discussione, in particolare con i lavoratori che rappresentiamo e dobbiamo soprattutto risultare efficaci nel coinvolgimento, nelle azioni di lotta e in particolare lo sciopero che da tempo ormai ci viene descritto come "inutile e privo di risultati".
La relazione ha analizzato poi l'evoluzione che il comparto scolastico ha avuto in questi anni, dal governo Belusconi al governo Renzi appena insediato.
"Nei 4 anni che ci separano dal congresso del 2010 molti sono stati i cambiamenti. Il Governo Berlusconi e i diversi ministri che abbiamo visto succedersi nel tempo hanno contribuito non poco a modificare il concetto di professionalità del docente - continua il Segretario dell'FLc Regionale - Il blocco del rinnovo del contratto scuola, la spinosa vicenda degli scatti di anzianità, la riduzione costante di risorse e di posti di lavoro nella scuola pubblica. L'impoverimento costante dei settori della conoscenza, del sistema della formazione professionale, dell'Università e della ricerca nonchè della scuola pubblica necessita oggi di un' immediata inversione di tendenza.
Il Governo Renzi, appena insediato, ha inserito tra le priorità il Dossier scuola, prevedendo 3 miliardi e mezzo di euro per l'edilizia scolastica, adesso ribadiamo che nel confronto con la Ministra Giannini, vengano definite le priorità di investimento nei settori della conoscenza, dando soluzione alle diverse problematiche del personale precario, definendo finalmente regole certe per il sistema di reclutamento del personale docente, difendendo la funzione democratica dell'Istruzione pubblica".

Dalla situazione nazionale a quella Valdostana.


"In Valle d'Aosta, ci ritroviamo con un tasso di dispersione scolastica pari al 21,6 % nel 2012, con una riforma dell'Istruzione degli adulti che stenta a trovare un progetto chiaro e condiviso, con un sistema dell'apprendimento permanente che ad oggi non trova alcuna rete a supporto e una formazione professionale dove il pubblico di fatto non esiste.Le riforme Gelmini sulla scuola di base e sulla scuola media superiore che nel resto del Paese sono state devastanti nel nostro sistema scolastico regionale hanno avuto un impatto certamente mitigato ma, non assente.
La legge regionale 18/2005 ha consentito la non applicazione del maestro unico o prevalente, mentre l'attuazione della riforma della scuola media superiore, seppur con qualche adeguamento, ha comportato una sensibile riduzione di cattedre in organico di diritto, piu' di 30 in 3 anni, una modifica dell'assetto qualitativo del sistema scolastico e una confusione notevole nell'orientamento dei ragazzi. La riduzione di risorse destinate alle scuole, avvenuta con l'accordo sugli scatti di anzianità è stata, l'ultimo in ordine di tempo, dei colpi assestati al sistema scolastico regionale di ogni ordine e grado
".


Anche in una regione autonoma come la nostra il problema delle risorse per il comparto cultura ed istruzione si fa sentire e i tagli, causati dalla crisi economica, sono arrivati anche in Valle; le manifestazioni degli studenti nonchè la recente questione dei PAS danno l'idea dei problemi della scuola valdostana.


"In Valle d'Aosta si poteva e si puo' oggi fare di piu': la priorità del nostro sistema d'istruzione non deve in alcun modo essere messa in secondo piano. Il Governo Regionale, pur nelle riduzioni di bilancio, deve prestare la massima attenzione a non contrarre risorse destinate alla qualità dell'offerta formativa. Non si deve inoltre limitare la possibilità di fruire del diritto allo studio per gli studenti universitari.
Bene hanno fatto gli studenti medi e universitari nelle scorse settimane a far sentire la loro voce contraria ai tagli destinati alle borse di studio e ai contributi per i trasporti sui fuori sede. Condividiamo e sosteniamo le loro richieste e, come ritengo ormai da tempo, oggi è piu' che mai necessario al piu' presto costruire una piattaforma regionale di rivendicazione dei diritti degli studenti, e dei giovani in generale che, condivisa , sia rappresentativa delle reali esigenze e necessità
".


Dalla diffusione e salvaguardia delle scuole pubbliche sul territorio regionale, alla vicenda della scuola di Moron a Saint Vincent, dall'edilizia scolastica, con un occhio di riguardo alle scuole medie superiori, alla dispersione scolastica, fino ad arrivare ai problemi legati alla Sfom, tanti gli argomenti toccati nella relazione e verso i quali la Flc pone la sua attenzione. E come per altri ambiti come i trasporti, non si deve intervenire solo gestendo l'emergenza ma "Il problema deve essere gestito in modo organico e, nell'eventualità di qualsiasi riforma el sistema scolastico regionale che riguardi la scuola media , non si deve considerare uno spereco di risorse il mantenitemento di un'organico docente potenziato così come oggi prevede la legge 18/2005. Non si utilizzino scuse per giustificare esclusivamente la riduzione dei costi".


Altro tema da non sottovalutare è il legame delle scuole con il tessuto produttivo della regione, anche in un'ottica di diminuzione della dispersione scolastica.


"Il raccordo con il mondo delle imprese e del lavoro, anche nell'ottica della lotta alla dispersione scolastica, deve diventare parte di progettazione innovativa, senza tuttavia scivolare, come indicato dall'Assessore regionale all'Istruzione "in laboratori occupazionali per ragazzini della media inferiore" che tanto ricordano l'avviamento professionale di altre epoche, e che non sono certamente una soluzione. Non possiamo immaginare che in Valle d'Aosta non si cerchi in ogni modo di lavorare per aumentare il livello si scolarizzazione portando il piu' alto numero di ragazzi e ragazze, se non alla laurea, perlomeno al diploma di scuola media superiore".


La Flc della Valle d'Aosta è in buona salute e ha visto l'aumento degli iscritti di 100 unità negli ultimi anni "l'aumento costante del numero di iscritti e il risultato importante che abbiamo avuto nelle elzioni RSI del novembre scorso, dove abbiamo conquistato circa il 50% dei seggi. Siamo cresciuti in termini di rappresentanza di ben 9 punti in percentuale rispetto alle elzioni precedenti a conferma della nostra azione svolta negli anni per garantire la contrattazione di istituto, il rispetto delle regole nella suddivisione delle risorse e del contratto nazionale di lavoro. Le RSI, che ringrazio per il prezioso lavoro svolto in questi mesi, così come le RSU che fanno parte integrante del nostro gruppo dirigente sin dal 2000, sono il nostro elemento di forza e agiscono per noi, nella contrattazione in piena autonomia".

"La Flc regionale ha cercato sempre di dare il suo contributo al dibattito e alla collaborazione con la Confederazione, le altre categorie, e il sistema dei servizi - conclude Katya Foletto - ringrazio a questo proposito tutti coloro con cui abbiamo collaborato in questi anni, a volte con confronti accesi. E le operatrici e gli operatori dei servizi con i quali cerchiamo di trovare connessioni per conciliare le sempre piu' pressanti esigenze della tutela collettiva, in capo principalmente alla categoria, con quella individuale. In un'ottica di continuo interscambio di informazioni finalizzato sia a migliorare l'accoglienza che la gestione delle problematiche degli iscritti, e non, alla nostra organizzazione".

Al congresso, al quale hanno partecipato le altre organizzazioni sindacali, è intervenuto anche Domenico Falcomatà che ha posto l'attenzione sulla grave situazione di crisi in cui verte la Valle d'Aosta con un accento sulle grandi opere, una delle quali riguarda la scuola "spero di cuore che il campus universitario alla Testafochi possa diventare una realtà - ha detto il Segretario Regionale della Cgil - una struttura che attiri giovani, li formi seriamente per affrontare le sfide future e aiuti la ripresa dell'economia della Città di Aosta e Regionale. Non vorrei soltanto che alla fine di tutto questo progetto si trasformasse in un "parcheggio" visto che siamo maestri ad acquistare parcheggi al triplo del loro valore".

Era presente anche il rappresentante degli studenti Ismail Fayad che ha approfittato per ringraziare la categoria per il sostegno sul tema dei tagli al diritto allo studio e ha sottolineato come “i problemi della scuola sono numerosissimi, dalle questioni strutturali con scuole in parte inagibili, come l’IPR, a problemi legati ai materiali come la cancelleria, arrivando alla formazione. Sono presenti problemi di disparità e di dispersione scolastica che vanno affrontati e trattati in maniera serie e con un’ottica di lungo periodo”.

Nel dibattito, prima del quale Gilbert Imperial ha allietato i delegati con un’intermezzo musicale, sono stati molti gli interventi che hanno portato una visione ancora più complessiva delle difficoltà e delle eccellenze del sistema della conoscenza nella nostra regione.

“L’autonomia scolastica – ha detto Luca Scacchi è un elemento importantissimo che però ha anche il suo “lato oscuro”. L’autonomia scolastica non sta diventando uno strumento di promozione della conoscenza, ma un meccanismo di differenziazione di classe, soprattutto per i lavoratori. Non è possibile che ogni università italiana abbia percorsi di accesso diversi, o nella scuola dove ogni dirigente applica i 6 giorni come vuole lui. Non esiste oggi, purtroppo, un quadro unitario dei diritti dei lavoratori della conoscenza. Dovremmo ragionare di un’autonomia scolastica che si possa muovere all’interno di un’uniformità del sistema scolastico”.

Melinda Forcellati ha poi affrontato il problema del livello del sistema scolastico in generale e della formazione ai giovani evidenziando che “l’Italia deve fare una forte riflessione su questa problematica, il livello è molto basso, il paesease è in una fase di regressione. C'è un numero alto di italiani che sta al margine della conoscenza, l'ultima analisi fatta dal ministero del lavoro registra un42,3% di italiani che sono a livello 2, il livello 3 della scala presa in esame è il minimo indispensabile per riuscire a vivere oggi. L'italiano medio quindi è sotto soglia, basta pensare che il 43% dei cittadini del nostro paese ha raggiunto al massimo la terza media”.

Claudio Idone invece ha evidenziato come la categoria, da quattro anni a questa parte, sia aumentata di 100 unità. “Mi chiedo da dove dobbiamo ripartire per ricreare un senso di scuola che includa e non escluda. Non basta una semplice ristrutturazione esterna, ma anche interna. Le regole del gioco sono cambiate, e continuano a cambiare, e non sappiamo come finirà per i prossimi anni. C'è bisogno di una base normativa seria, solida, che non cambi in base al governo, una base quindi solida ed uguale per tutti”.

Ha preso poi la parola Massimo Bezzo che ha esposto la situazione della Sfom, nella quale insegna, e dell'Istituto Musicale della Regione, analizzando la situazione degli iscritti, che negli anni è andata aumentando passando da 150 a 750 studenti, e sottolineando come i milioni spesi per la realizzazione della nuova sede, che riuscirà a soddisfare solo l'Istituto Musicale, potevano essere pensati per una struttura più grande che potesse dare risposte adeguate alle esigenze delle due scuole.

Katiuscia Antrosio ha invece posto l'accento sulla scuola dell'infanzia sottolineando come “la scuola dell'infanzia valdostana è stata più fortunata rispetto a quella italiana, con risorse ed investimenti che alle scuole nazionali sono mancate. Dobbiamo cercare di mantenere le classi con il numero di alunni di oggi, ottime dal punto di vista formativo e di orari, aumentarle e portarle a livello delle nazionali causerebbe sicuramente un freno allo sviluppo e alla crescita che la scuola dell'infanzia ha conosciuto in questi anni”.

Sono ancora intervenuti Lucia Arado,Tamborin Mauro, Costantino Sudaz, Simona Campo e Raimondo Donzel, consigliere regionale ed ex segretario generale della categoria.

Ha chiuso la fase di dibattito il Segretario Nazionale della Flc Maurizio Lembo.

"La crisi che stiamo attraversando non è solo economica ma culturale, purtroppo la cultura viene vista come costo, ed è una situazione inaccettabile, è un'evoluzione silenziosa e sotterranea che emerge solo dopo diversi anni. Il crollo della lettura, di 10 punti percentuale negli ultimi anni, nè è un segno evidente, e coinvolge soprattutto le fasce più alte di reddito e più scolarizzate. L'Italia ha accettato in modo supino le politiche monetaristiche e di austerità imposte dall'Europa, che hanno portato solo ad un aumento della disoccupazione, ad una crisi nel sistema industriale e commerciale, e alla migrazione di cervelli verso l'estero. Oltre alla crisi economica siamo di fronte ad una crisi morale dovuta anche alla crescita dell'antipolitica, alimentata dal liderismo, dal populismo e dalla demagogia. L'Flc in 20 anni ha superato i 200.000 iscritti, 70.000 dei quali ad oggi sono precari ed è a tutti i lavoratori, ma soprattutto a quelli che faticano ad avere un posto stabile, che dobbiamo dare immediate risposte e lottare affinchè tutti abbiano la possibilità di stabilizzare la proria situaizone economica e lavorativa".

Giovanni Pellizzeri




Articolo del 18/03/2014

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