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Pensioni - Si dia la giusta attenzione anche ai lavoratori degli Impianti a Fune


 “È necessario che venga dedicata la giusta attenzione al mondo dei trasporti” così Antonio Fuggetta, Segretario Regionale della Filt Cgil in merito alla questione delle pensioni dopo il confronto che le Organizzazioni Sindacali Nazionali hanno avuto con il Governo a fine settembre.

"Apprezziamo il lavoro svolto dalle Segreterie Confederali che hanno riportato in un ambito di diritti e tutele gli argomenti dei lavoratori precoci e dei lavoratori che svolgono attività usuranti - continua Fuggetta - il settore dei trasporti è ad alta concentrazione di lavori usuranti, svolti in qualsiasi condizione meteo e con mansioni particolarmente impegnative, per assicurare l’efficienza e la sicurezza del trasporto di persone e merci tutti i giorni dell’anno”.

Per quanto riguarda la nostra Regione devono essere anche considerati i lavoratori compresi nel settore degli impianti a fune:

  • Addetti all'esercizio, ispezione e manutenzione
  • Conduttori mezzi battipista e motoslitte
  • Addetti impianti di innevamento artificiale
  • Addetti manutenzione piste
  • Conduttori di mezzi d’opera
  • Addetti al servizio soccorso piste

Le mansioni svolte ad altitudini elevate e la costante esposizione a condizioni climatiche disagiate, spesso di diversi gradi sotto lo zero, mettono a dura prova il fisico e la salute di quanti operano in questo settore.

“Bisogna prendere atto - sottolinea il Segretario della Filt Cgil Valle d'Aosta - che lavorare in questo settore equivale a svolgere mansioni gravose. È difficile pensare che questa attività si possa svolgere tranquillamente per oltre quarant’anni, come per tanti altri lavori”.

Per questa ragione la Filt Cgil Valle d'Aosta chiede ai Parlamentari Valdostani di sollecitare l'inserimento di questa tipologia di mansioni, che riguarda circa 950 lavoratori in Valle d'Aosta, tra i lavori gravosi sulla base di quanto prevede il verbale di intesa siglato tra Cgil, Cisl, Uil e Governo il 28 settembre scorso. Per i lavoratori vorrebbe dire andare in pensione con 41 anni di servizio invece che gli attuali 42 anni e 10 mesi, senza penalizzazioni economiche.

In questi ultimi anni i cambiamenti climatici hanno “fatto selezione” anche tra le stazioni sciistiche, mettendo in difficoltà o addirittura facendo chiudere quelle a bassa quota (sotto i 1.000 metri) concentrando le attività e il servizio in comprensori con altitudini sempre maggiori.

“È giusto che si tenga conto che lavorare a 25/30 gradi sotto zero, in stazioni sciistiche poste fino a 4.000 metri, magari svolgendo manutenzioni pesanti, venga riconosciuto come lavoro gravoso - conclude Fuggetta - le fatiche e gli sbalzi di altitudine a cui sono esposti i lavoratori degli impianti a fune sono sovente causa di problemi di salute, quali l'addensamento sanguigno con riscontri di ematocrito alto, problemi di pressione arteriosa, vertigini, rischio di infarto ed altri problemi cardio- circolatori, che rendono oggettivamente difficile operare in età avanzata. La nostra è una richiesta legittima”.

Articolo del 14/10/2016

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