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Referendum Costituzionale - Un incontro pubblico per spiegare le Ragioni del nostro No


La revisione costituzionale cd. Renzi-Boschi (unita alla nuova legge elettorale) è fatta male. E’ malfatta nel senso che, dati (presi per buoni) i suoi fini proclamati, essa è intimamente contraddittoria e, dunque, incapace di raggiungerli. Aumenterà la sudditanza del Parlamento verso il Governo (il rapporto di fiducia si trasforma in una catena di comando); genererà ulteriori malfunzionamenti nello svolgimento dell’attività legislativa e nel rapporto tra Stato e Regioni; ma, primo fra tutti, genererà una determinazione della politica nazionale avventurosa (più simile a una partita a poker che al coagularsi di un indirizzo politico-sociale maggioritario nella società) e, conseguentemente, una frantumazione delle forze politiche sulla base di motivi egoistici sempre più superficiali, perché sempre più determinata da mosse di corto respiro (di reazione a sondaggi, campagne giornalistiche …), e dunque una loro sempre maggiore subalternità alle pulsioni irrazionali dell’elettorato e dei mass-media, accompagnata, di converso, da una sempre maggiore cecità politico-intellettuale di fronte alle dinamiche profonde del Paese e del contesto internazionale” così Mario Dogliani, docente di Diritto Costituzionale all'Università degli Studi di Torino sulla riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi.

Il Professor Dogliani sarà ospite della Cgil alla serata organizzata martedì prossimo, 22 novembre alle 20.30, nella sala conferenze della Bcc valdostana in Via Garibaldi ad Aosta. Alla serata interverrà inoltre Danilo Barbi, componente della Segreteria Nazionale della Cgil e Nedo Vinzio, Presidente dell'A.N.P.I. Valle d'Aosta. Introduce il Segretario Regionale della Cgil Valle d'Aosta Domenico Falcomatà.

La Cgil nelle tesi congressuali del 2014 (ma anche in quelle del 2006), e in un documento approvato dal direttivo nazionale nel 2013 (e perfino in uno del 2001) ha chiaramente detto quali erano le sue posizioni in merito all'assetto istituzionale. Favorevole al superamento del bicameralismo paritario e alla trasformazione del Senato in una Camera rappresentativa di Regioni e Autonomie locali, la Cgil ha sottolineato anche che la riforma del Titolo V, operata nel 2001, andava rivista perché alcune materie (non tutte) affidate alla legislazione concorrente sarebbe stato meglio fossero di competenza statale.

Lo ha scritto nel 2013 e nel 2014 che auspicava una riforma dell’istituto referendario e un allargamento degli strumenti di partecipazione dei cittadini, e che riteneva necessaria l’istituzione delle Città Metropolitane e una riforma degli enti locali finalizzata a creare un sistema integrato dei livelli istituzionali in cui fossero chiari e definiti i ruoli di Regioni, enti di area vasta e comuni.

La Cgil ha discusso, votato e approvato i documenti citati, frutto di un’elaborazione di merito sviluppatasi nel corso degli anni. E a partire dalle posizioni espresse in questi documenti, la nostra organizzazione ha affrontato fin dal primo giorno il dibattito sulla riforma costituzionale, oggi oggetto di referendum confermativo, stando al solo merito delle proposte avanzate, senza alcun interesse e attenzione per le personalizzazioni.

Ne sono testimoni il Ministro Maria Elena Boschi e il Governo tutto, alla cui consultazione, promossa in occasione della presentazione della prima bozza del 12 marzo 2014, abbiamo risposto nel merito delle proposte avanzate.

Ne è testimone il Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro, che ci ha ricevuto, con la Commissione tutta e lo stesso Ministro per le Riforme, in audizione il 24 aprile del 2014.

Ne è testimone l’ufficio di Presidenza della Commissione Affari Costituzionali della Camera, cui inviammo una memoria scritta con le nostre successive considerazioni maturate nel corso dell’iter legislativo seguito dalla riforma.

Ne sono testimoni le migliaia di lavoratrici e lavoratori che sono stati protagonisti delle tante assemblee e dibattiti organizzati per informare e discutere della riforma in attuazione di quanto disposto dal documento di merito approvato dal direttivo nazionale il 24 maggio di quest’anno (http://cgil.vda.it/news/il-no-della-cgil-alla-riforma-costituzionale-643.html) a iter della riforma concluso, e in seguito alle quali è stato approvato l’ordine del giorno che, in ragione di tutte le criticità di merito espresse, ha dato indicazione di votare NO, ferma restando la libertà di posizioni individuali. 

Scarica allegato: Le ragioni della Cgil per votare NO

Articolo del 18/11/2016

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