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#1Maggio - Le Celebrazioni a Verrès e Pozzallo


 “La Solidarietà fa la differenza” questo il tema della festa dei lavoratori celebrata oggi in tutta Italia. In Valle d’Aosta, come da tradizione Cgil, Cisl, Savt e Uil si sono ritrovati a Verrès per la sfilata nel centro cittadino, la deposizione della corona al monumento dei caduti e il tradizionale discorso in Piazza Chanoux tenuto quest’anno dal segretario regionale della Uil Ramira Bizzotto.

“Nell’Italia post-moderna del 2015 una amara realtà è sotto gli occhi di tutti noi – sottolineano Cgil, Cisl, Savt e Uil – centinaia di migliaia di lavoratori e soprattutto di lavoratrici, di cittadini sono privi dei diritti sindacali, sociali, sanitari e di cittadinanza, milioni di minori vivono sotto la soglia di povertà e al limite della sopravvivenza. Una larga fetta della nostra società, particolarmente xenofoba per paura del diverso, continua a mistificare i problemi sociali e civili in conflitti di civiltà. Culture e religioni che si scontrano senza potersi mai incontrare e confrontare, concetto rafforzato da una politica fatta di slogan e pochi atti concreti di equità e giustizia sociale. Il nostro compito è costruire una società valdostana, italiana ed europea multietnica, solidale, dove i diritti e i doveri costituzionali, siano rispettati e condivisi”.

Una festa del lavoro per rafforzare l’idea di pace, di solidarietà e di integrazione, quindi, affinché il Mediterraneo non sia più un cimitero, ma un ponte verso l’accoglienza per chi cerca un rifugio in Europa. Di Governo autoreferenziale ha parlato Ramira Bizzotto:

“È ora di finirla con questo ripetuto atteggiamento autoreferenziale del Governo e poi accusare i sindacati o altri interlocutori di non collaborare e chiedere sempre con chi stanno se si vuole collaborazione si deve dialogare e confrontarsi anche con le idee e le posizioni altrui”.

Il segretario regionale della Uil punta il dito sui dati Inps “implacabili: l’occupazione non è aumentata, c’è stato solo riciclaggio di posti di lavoro”. Dure critiche anche nei confronti dell’Expo che si è aperto oggi a Milano “le migliaia di lavoratori coinvolti saranno un concentrato di sfruttamento, con l’applicazione delle nuove regole del lavoro jobs act. Dobbiamo porre molta attenzione su quello che sta accadendo sulle coste del mediterraneo, purtroppo c’é chi utilizza i carri armati quale strumento di democrazia, e costringe la povera gente a lasciare il loro paese”.

A livello nazionale i sindacati si sono ritrovati a Pozzallo, cittadina siciliana in provincia di Ragusa, secondo approdo europeo per gli immigrati dopo Lampedusa. Da Pozzallo Cgil, Cisl e Uil hanno voluto sottolineare come favorire l’integrazione significa anche investire nel lavoro e nello sviluppo. Hanno parlato di lavoro nero, sommerso “Il nostro impegno e la nostra quotidiana fatica è dare tutele e dignità, la dignità del lavoro a quel 43% di giovani disoccupati che, soprattutto al sud, rischiano di perdere le loro speranze e i loro anni migliori, cercando senza trovarlo un lavoro su cui costruire la propria vita”.

Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto all’unisono un cambiamento di rotta, all’Europa e all’Italia, forte anche la domanda di un’“Europa del lavoro”, più attenta all’occupazione, allo sviluppo e alla crescita. Forti le critiche al governo italiano, dal Def alle pensioni, fino alla scuola. Alla fine dei comizi i tre segretari generali hanno deposto una corona di fiori in mare, in ricordo dei migranti.

“Ringraziamo la comunità di Pozzallo, le istituzioni, i lavoratori e i cittadini, tutti coloro che si misurano ogni giorno con i temi dell’emergenza – ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camussooggi si sta inaugurando l’Expo a Milano, ne siamo fieri: il tema è il cibo e l’alimentazione, ricordiamoci sempre la guerra alla fame. Tutti i popoli che vanno all’Expo non neghino una mano a chi cerca la libertà. Noi italiani siamo gli stessi che siamo andati per il mondo chiedendo asilo e rispetto, per tanti anni ci è stata negata la terra e il lavoro. Allora occupammo le terre e invocammo il rispetto della Costituzione: eravamo un paese distrutto dalla guerra eppure non ci siamo fermati”.

A tutti quelli che parlano su blocchi navali e sparare sui barconi “vogliamo ricordare che il nostro paese ripudia la guerra. È stato un errore cancellare Mare Nostrum. Se vogliamo la pace dobbiamo prepararla, occorre attivare subito corridoi umanitari e diritto di asilo in tutti i paesi. Non si può giocare con la paura dei migranti e del lavoro che manca: chi lo fa è lo stesso che sostiene che cancellando diritti si creano posti di lavoro. Ma non basta un decreto per creare occupazione, come dimostra il record di disoccupati nel nostro paese”.

“Oggi – prosegue Camusso – tanti giovani fanno le valigie per cercare un futuro altrove. Per questo abbiamo intitolato il Primo maggio “La solidarietà fa la differenza”, perché non ne possiamo più della divisione: si dividono i lavoratori stabili dai precari, si contrappongono i migranti agli italiani. Non abbiamo fatto una legge sul diritto di asilo, questo permette a tanti di speculare sugli appalti, di ingrassarsi sulla miseria e la povertà delle persone. Quella legge non si è fatta, forse,perché dagli appalti passa la maggioranza della corruzione in questo paese. Ci abbiamo messo anni per la legge sul falso in bilancio, ma i diritti dei lavoratori si cancellano in poche ore”.

Il segretario ha ribadito quindi le proposte del sindacato

“Serve un grande piano di risanamento del paese, per creare lavoro e rimettere in moto le speranze delle famiglie. L’unica ossessione del governo dovrebbe essere creare lavoro e dare speranza. Tra l’altro l’esecutivo è stato smentito dai numeri, che dicono che è cresciuta la disoccupazione giovanile. Basta con un uomo solo al comando, si torni alla Costituzione e al suo spirito: la Carta c’è ancora, come dimostra la sentenza di ieri della Consulta. Torniamo all’articolo 1 della Costituzione, che dice che la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro. Serve un cambiamento, ma il cambiamento non può cancellare l’uguaglianza, la dignità delle persone e i diritti. Il nostro programma riparte da una parola sola: lavoro. Ci vediamo in piazza il 5 maggio per lo sciopero della scuola”.




Articolo del 01/05/2015

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