2013: per lo SPI tanta Strada da Fare
1943 – 2013. Quest’anno si ricordano i settanta anni della Resistenza italiana. Il movimento della Resistenza è nato come lotta di liberazione nazionale e fu caratterizzato in Italia dall’impegno unitario di forze politiche diverse e del movimento operaio. Il periodo storico in cui il movimento fu attivo ebbe inizio dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre del 1943 e terminò nel maggio del 1945.
La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origine stesse della Repubblica Italiana e la nascita della Nostra Carta Costituzionale. La Costituzione italiana entrata i vigore nel 1948, nonostante molti uomini politici vorrebbero stravolgerla, continua ad essere la guida sicura della nostra democrazia.
Certamente è un baluardo di Diritti e di Doveri che non è stata attuata pienamente in tutte in tutte le sue parti e nella completezza dei suoi articoli. Tra questi mi piace ricordare l’art. 3, che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
L’art. 3 non si limita soltanto ad affermare la pari dignità sociale e l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge ma fa molto di più perché impegna lo Stato ad eliminare tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione dei cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ma cosa significa essere uguali?
Essere uguali significa dare a tutti le stesse opportunità, cioè assicurare istruzione per le giovani generazioni, lavoro per i giovani e i disoccupati, redditi adeguati per i lavoratori e per i pensionati che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, una casa per i senza tetto, una adeguata assistenza sanitaria e sociale. Significa che ognuno deve contribuire secondo le proprie proprie capacità a finanziare la spesa pubblica, significa eliminare i troppi privilegi, le troppe iniquità, le troppe ingiustizie.
Tutti i cittadini devono avere uguali possibilità di partenza, certamente è importante che nel tempo emergano i meriti e le capacità dei singoli ma bisogna evitare che le necessità scendano sotto una soglia minima. È necessario salvaguardare la Dignità delle persone e i Diritti di Cittadinanza.
La nostra indignazione per le sempre crescenti disuguaglianze della nostra società non nasce da un sentimento di invidia sociale ma dalla sete di giustizia e di equità. Non è tollerabile che la crisi per qualcuno sia una opportunità di arricchimento e per altri il precipitare nel baratro della povertà.
Lo SPI e la CGIL sono convinti che, per superare le disuguaglianze, il nostro Paese ha bisogno di un patto tra le generazioni, servono risorse per creare opportunità di lavoro per i giovani e per migliorare la condizione degli anziani.
Lo SPI si batterà per creare una società più giusta, consapevole che l’invecchiamento è una delle grandi questioni su cui dovrebbero interrogarsi le organizzazioni sociali e la politica, si batterà per affrontare la questione dei salari e delle pensioni (mancato aumento delle pensioni rispetto al costo della vita per tutte quelle superiore a tre volte il minimo), si batterà perché il welfare non sia più visto come un costo ma come nuova opportunità di lavoro e di sviluppo.
Per lo SPI uguaglianza significa assicurare a tutti i cittadini, attraverso politiche economiche mirate, una vita dignitosa.
Gaetano Maiorana
Segretario generale SPI Valle d’Aosta
Articolo del 05/10/2013
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