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31 ottobre: Sciopero Bancari


Il 16 settembre l’ABI ha unilateralmente disdettato, con larghissimo anticipo, il CCNL in scadenza al 30/06/2014. La gravità del fatto non sta nella disdetta in sé: non vuol dire che la categoria si è ritrovata da un giorno all’altro senza contratto (che comunque rimane valido fino alla scadenza); è infatti previsto che per evitare l’ultrattività una delle parti debba dare la disdetta almeno 6 mesi prima. La gravità sta nell’arroganza con cui l’ABI che ha interrotto una tradizione che voleva che la disdetta fosse in qualche modo concertata fra le parti. Hanno voluto lanciare un forte messaggio del tipo “il sistema bancario non rende quindi dobbiamo risparmiare e risparmiare sul personale che costa troppo”. Per dare forza a questo messaggio l’ABI ha consegnato un documento nel quale viene fatta una sorta di analisi del settore che si può sintetizzare così: - l’industria bancaria non riesce più ad avere margini di guadagno; il costo del lavoro è troppo alto rispetto a quello delle altre banche europee; l’operatività allo sportello si è ridotta per il sempre maggior ricorso agli strumenti telematici (internet, carte….). Per questi motivi le banche richiedono di poter intervenire sul costo del personale riducendone gli inquadramenti e gli scatti di anzianità, attivando sistemi di riconversione professionale (di fatto annullando i percorsi professionali), intervenendo sui Contratti Integrativi Aziendali per cancellare quelle parti più favorevoli ai lavoratori, adottando sistemi di solidarietà difensiva (riduzione dei salari esistenti per salvare posti di lavoro) e attivando procedure per i licenziamenti collettivi. Il tutto mettendo in discussione (sempre per i costi eccessivi) il nostro ammortizzatore sociale, il fondo di solidarietà di settore che ha già permesso al sistema di “liberarsi” di 48.000 persone dal 2000 ad oggi (e non sono pochi su una popolazione di circa 300.000 bancari). Il tema della “Solidarietà espansiva” (lavoratori vicini alla pensione in part-time, affiancati da nuovi assunti in part-time) e della legge sui part-time incentivati per l’accompagnamento alla pensione, viene liquidato con una positiva valutazione ma “ad oggi non applicabile”. Siamo al solito vecchio adagio che accompagna tutti i settori: per superare la crisi dobbiamo intervenire sui costi del personale…come se non fossero poi le persone che, potendo spendere, fanno funzionare il sistema.Come se gli elevati accantonamenti e le sofferenze fossero (che di fatto provocano la minor redditività del sistema) causa dei lavoratori e non dovute a cause esterne o in alcuni casi a scelte aziendali “allegre” fatte da manager che (loro si) sono tra i più pagati d’Europa, qualunque siano i risultati che portano. La ciliegina sulla torta arriva poi dalla dichiarazione per cui, essendosi allungata la vita media lavorativa, per effetto delle varie riforme pensionistiche, il personale non è più in grado di adattarsi ai cambiamenti di comportamento richiesti dalle banche. Quindi la responsabilità della crisi è tutta dei lavoratori? La nostra pronta risposta è la proclamazione di sciopero per il prossimo 31 ottobre con la quale sottolineare ai banchieri che i lavoratori non condividono la loro interpretazione degli eventi e sono pronti a una lunga e difficile mobilitazione. 

Articolo del 10/01/2014

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