8° Congresso della Fisac, Fassoni Confermato alla Segreteria
La storia della Fisac ha radici storiche che risalgono alla caduta del regime fascista, quando il 2 settembre del 1943 vengono ricostituite le Commissioni Interne alle Banche abolite nel 1926, in pochi mesi ben diciassette Commissioni sono ricostituite e da subito si caratterizzano per le rivendicazioni economiche e per le significative lotte finalizzate a conquistare il diritto al lavoro.
Giovedì 6 marzo 2014, la Fisac della Valle d'Aosta ha svolto il suo 8° Congresso Regionale confermando alla Segreteria Stefano Fassoni.
"Questo congresso cade nel peggiore periodo della storia recente - ha detto Fassoni cominciando la sua relazione - sicuramente il peggiore per quanto riguarda la mia esperienza di vita e lavorativa.Quattro anni fa eravamo già dentro la crisi economica mondiale che però non aveva ancora manifestato pienamente i suoi effetti devastanti. Ora siano, forse, alla fine di questo periodo. Forse ci stiamo riprendendo. Però questi anni produrranno ancora effetti per gli anni a venire. E non saranno solo sulla situazione economica del paese e dei cittadini, ma anche e soprattutto sulla qualità della vita. Qualità intesa come percezione di noi stessi e dei valori".
Un mondo che cambia, che sta cambiando e del quale la crisi economica è conseguenza, una realtà che sta evolvendo anno dopo anno, giorno dopo giorno, una vera e propria rivoluzione dal punto di vista sociale e del modo di comunicare, una new economy che ha creato un vero e proprio mercato virtuale parallelo.
"Se una prima rivoluzione nella società è stata rappresentata dalla televisione in questi anni ciò che ha cambiato la società e il modo in cui le persone si relazionano è stata la tecnologia, è stata internet - continua il Segretario - viviamo in un villaggio globale in cui le distanze fisiche si annullano, siamo bombardati da informazioni e l'informazione, ormai più che il lavoro, è lo strumento che produce ricchezza. Pensiamo alle valutazioni economiche di entità come Facebook e whatts'app dove il "valore" non è un prodotto tangibile e misurabile in ore lavoro/uomo e produzione ma è un dato basato solamente sull'aspettativa di raggiungere un certo numero di utenti con le inserzioni pubblicitarie. E tutta la new economy si basa su questo, un mercato virtuale basato su aspettative".
Un nuovo mondo del lavoro quindi dove anche il sindacato deve cambiare
"La nostra azione non può più essere di lotta pura e dura, il nemico ha affilato le armi e la lotta si fa con la presenza, con l'informazione e con la comprensione dei fenomeni. La nostra azione deve essere sufficientemente permeabile ai cambiamenti, senza tradire la nostra missione".
Per quanto riguarda l'operato della categoria e la situazione contrattuale del comparto il Segretario Generale della Fisac sottolinea che "dopo la clamorosa disdetta del contratto abi sono riprese le trattative e a breve verrà presentata la piattaforma; Federcasse che da sempre emula i cugini di ABI ha seguito la stessa strada della disdetta e proprio oggi è in corso un incontro fra le parti.
Chiaramente queste iniziative violente hanno lo scopo di far saltare il tavolo per poi far ricadere sui lavoratori i costi del risanamento delle aziende. In questo caso il sindacato ha funzionato, i
lavoratori hanno capito e lo sciopero nazionale del 31 ottobre ha avuto un grande successo, per cui continuiamo su questa strada.Sul tema contrattuale c'è da rilevare un fenomeno preoccupante: ora i "nuovi" vengono assunti con contratti di somministrazione, ben distanti da quelli dei bancari ma necessitano della nostra stessa attenzione e di tutele"
Sulla Valle d'Aosta, Fassoni evidenzia come anche nella nosra Regione la crisi si è fatta sentire e che i suoi effetti sono evidenti tutti i giorni e che "per i numeri che aveva in termini di denaro disponibile in rapporto agli abitanti, avrebbe dovuto diventare un'eccellenza nel turismo e nei servizi e che avrebbe potuto affrontare serenamente questa recessione. Invece decenni di gestioni politiche scellerate hanno creato il vuoto; non esiste una classe imprenditoriale che sappia fare da se, senza l'aiuto pubblico. Tagliando l'economia regionale in Valle si blocca il sistema. E sono proprio i quattrini resi disponibili dall'ente pubblico che hanno "dopato" il sistema bancario"
Un sistema economico che negli anni ha attratto smpre più e ad oggi sul territorio si contano 13 aziende, 98 sportelli e 508 addetti.
Un numero alto di istituti che "produce però effetti distorti. Posto che la quantità di denaro è più o meno sempre la stessa, si produce secondo me il fenomeno per cui chi si vede erose quote di mercato, per salvare i bilanci è obbligato a fare economie ed a aumentare i costi e questa azione impatta negativamente sui clienti e sui dipendenti. Per cui una concorrenza esasperata alla fine non produce benefici per nessuno. Viceversa in valle come altrove, le banche dovrebbero cominciare a capire l'importanza sociale del lavoro che svolgono. Vista l'importanza nel sostegno all'economia dovrebbero smetterla di perseguire solamente utili per remunerare consigli, manager e fondazioni ma rivolgersi all'economia reale proprio nel momento di maggior bisogno. In questi anni hanno fatto esattamente il contrario. I tremonti bond, i prestiti bce sono stati investiti in operazioni finanziarie e non hanno alimentato il mercato dell'economia reale, la liquidità non è arrivata alle famiglie ed alle imprese.
Forse una strada da perseguire per fare cessare tutto questo è ottenere una partecipazione dei lavoratori alle scelte delle aziende, fare diventare le banche delle imprese di tutti e soprattutto dei lavoratori. Penso che per il futuro bisognerà studiare un nuovo modello di banca partecipata,che passerà anche da nuovi modelli di contratto".
Dopo l'intervento del Segretario Regionale Domenico Falcomatà, e un dibattito sulla situazione lavorativa del comparto in Valle d'Aosta, l'Assemblea ha votato all'unanimità il Segretario Uscente.
"La Fisac Valle d'Aosta è in salute - ha concluso il Segretario Generale - si percepisce il riconoscimento e l'apprezzamento da parte dei colleghi. Vi ringrazio per la fiducia accordatami e voglio ancora sottolineare una cosa sulla situazione che ci riguarda. Ci sono parecchi sportelli affidati ad un solo addetto che deve occuparsi di tutto; nonostante le esperienze del passato le banche sono continuamente orientate alla vendita di prodotti ad alto valore aggiunto, per loro, e le spinte commerciali sono sempre più forti. In più si rilevano approcci differenti da banca a banca rispetto agli orari, Intesa ha l'orario esteso mentre Unicredit quello di sportello ridotto. In entrambi i casi le ricadute sulla qualità del lavoro dei dipendenti sono negative: scarsità di personale, poca formazione, aumento di incombenze amministrative stringenti quali mifid, trasparenza e antiriciclaggio hanno fatto del nostro lavoro uno dei peggiori per quel che riguarda le responsabilità ed i rischi".
"I tempi cambiano, il mondo cambia. Sta a noi come sindacato e come persone capire questi
cambiamenti ed adottare le strategie opportune. Come dicevo permeabili al cambiamento ma
rigorosi nei principi e possibilmente capaci di anticipare i tempi".
Articolo del 08/03/2014
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