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Aperura XVII Congresso della Cgil della Valle d'Aosta


 “Con questi due giorni di lavori terminiamo il percorso congressuale della Cgil regionale che vedrà la sua conclusione, nei primi giorni di maggio, con la sua XVII assise nazionale. Il nostro Congresso Regionale è stato preceduto da circa 200 assemblee di base con la partecipazione di lavoratori e pensionati. Oggi sono presentii 189 delegate e delegati in rappresentanza di 12.003 iscritte alla Cgil Valle d’Aosta alla fine dello scorso anno. Un momento importante e fondamentale per il nostro sindacato, segno di una forte democrazia e di un dibattito interno sempre vivo e ricco di spunti. Il XVII congresso regionale giunge in un momento di forte crisi economica, che sta colpendo duramente anche la nostra Regione. Le categorie hanno tracciato durante i loro congressi un’analisi sul lavoro svolto in questi quattro anni di attività e posto le basi per i futuri impegni, consegnandoci un quadro tutt’altro che positivo e rassicurante rispetto alla dimensione del lavoro nella Regione. Un quadro molto preoccupante che si sta consumando sotto gli occhi di una politica che appare distante dai veri problemi delle famiglie, dei cittadini e dei lavoratori” è cominciata così la relazione del Segretario Regionale della Cgil della Valle d’Aosta Domenico Falcomatà al XVII° Congresso Regionale del primo sindacato valdostano.

Un’auditorium di Aymavilles gremito di delegati provenienti da ogni categoria, dagli edili agli operai della Cogne, dagli autisti agli insegnanti.

Erano presenti all’apertura del Congresso, oltre al sindaco Luciano Saraillon, anche il Presidente della Regione Augusto Rollandin, il senatore Albert Lanièce e il Presidente della Chambre Valdotaine Nicola Rosset.

E’ un quadro difficile, segno di una crisi profonda quello tracciato dal segretario ragionale, una Valle d’Aosta che sta affrontando la crisi e che vede numeri negativi profondi, dalla disoccupazione alla produzione.

“La lettura dell’economia valdostana lascia pochi margini di incertezza – continua Falcomatà – a fine 2012 il livello della produzione sarebbe inferiore del 5,5% rispetto al 2007, ultimo anno pre-crisi; peraltro si deve sottolineare che, nello stesso arco temporale, il Pil italiano si sarebbe contratto del 6,9%, quello dell’Italia nord occidentale del 5,2%, quello della Provincia di Trento del 5,6%, mentre per la Provincia di Bolzano si registrerebbe un modesto saldo positivo con un +0,3%. L’economia valdostana è frenata sul piano interno, dove i consumi privati si sono contratti, in conseguenza della marcata riduzione del reddito disponibile, causata da politiche fiscali restrittive e dalle sfavorevoli condizioni del mercato del lavoro, e parimenti gli investimenti registrano una brusca caduta, spiegata principalmente con le difficoltà sul lato della domanda, con le criticità di accesso al credito, con il rilevante quadro di incertezza e, per quanto attiene l’ambito pubblico, con la rigorosa politica di bilancio volta al consolidamento dei conti”.

Dal Casinò, al trasporto pubblico e alla ferrovia, sono molti i temi toccati come la disoccupazione giovanile che tocca livelli mai visti.

“Trattandosi di una crisi da domanda di lavoro, unitamente al fatto che le recenti riforme hanno rallentato le uscite generazionali, l’impatto prodotto dalla congiuntura del periodo 2008-2012 sulle fasce giovanili è stato rilevante. Il tasso di disoccupazione della classe dai 15-24 anni è infatti cresciuto, passando dal 12,1%, al 30,8%. Il basso livello della domanda di occupazione ha rallentato gli ingressi nel mercato del lavoro dei giovani, mentre la partecipazione degli adulti è risultata superiore al livello della domanda. La struttura dell’occupazione si è quindi modificata, con livelli più bassi per le classi di età inferiori e più elevati per quelle a partire dai 45 anni”.

Analizzando non solo ilquadro regionale ma anche europeo e italiano, il segretario regionale sulle misure del nuovo governo sottolinea “il paese ha, oggi, un nuovo governo con alla sua guida il più giovane Presidente del consiglio che Palazzo Chigi ricordi. Il 12 marzo 2014 il Presidente Renzi ha presentato in conferenza stampa un piano per l’economia italiana, le cui principali direttrici economiche sono:

  • Misure fiscali a favore lavoratori e imprese;
  • Rimborso dei debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese;
  • Riorganizzazione di risorse pubbliche per un piano straordinario per il territorio e l’edilizia scolastica.

Il piano del Governo include, anche, maggiori dettagli sull’annunciato Jobs Act: non siamo in presenza di un piano organico come l’omonimo piano per il lavoro del Presidente Obama ma solo di un Decreto Legge che interviene su alcune tipologie contrattuali (contratti a tempo determinato e apprendistato) e una Legge delega su diverse materie attinenti il mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali. L’impatto economico di questo pacchetto sul lavoro, rischia di aumentare di fatto i percorsi di precarietà e non offrire un’impostazione qualitativamente migliorativa ed espansiva per l’occupazione”.

Hanno preso la parola, oltre alle Organizzazioni Sindacali Regionali, Riccardo Monzeglio per la Cisl, Ramira Bizzotto per la Uil e Guido Corniolo per il Savt che hanno portato i loro saluti e contribuito al dibattito con interventi sulla situazione valdostana e di rappresentanza sindacale, il Presidente della Regione Augusto Rollandin

“E’ in gioco il ruolo dell’Europa, soprattutto in questa fase vicina alle elezioni di maggio, è fondamentale che non passi l’antieuropeismo. Un punto importante sono i fondi, che la Valle d’Aosta ha saputo utilizzare con efficacia, il fatto è che non tutte le regioni italiane lo hanno saputo fare e quindi perde l’intero sistema, oggi i fondi sono aumentati e vengono divisi in quote premiando i programmi, ci interessa vedere se sarà possibile sottrarre i fondi dal calcolo per il Patto di Stabilità.Un patto che ha un senso nel contenimento dei costi, ma gli enti virtuosi che hanno speso in maniera equilibrata devono poter essere aiutati”

“La gente non ha più il coraggio di spendere e ciò è tra le cause della crisi dell’edilizia, che in Valle d’Aosta ha avuto un vero tracollo. La disoccupazione sta raggiungendo livelli preoccupanti, siamo intervenuti aiutando i giovani con corsi di aggiornamento e formazione.L’edilizia si è bloccata proprio quando abbiamo introdotto norme che danno la possibilità di eseguire, con semplificazioni, ristrutturazioni alla casa, in particolare interventi che riguardano singole porzioni, come l’ultimo piano o la soffitta. Lavori che fanno vivere il tessuto lavorativo artigianale e che equivalgono a cifre sui 60-70 mila euro, che però la gente oggi ha paura di spendere. Questo ha fermato un volano in una categoria che storicamente ha dato lavoro”.

E il Senatore Albert Lanièce

“Stiamo vivendo in un periodo di passaggio profondo di riforme istituzionali, vanno riviste le regole del gioco perchè con questo assetto non si può pretendere uno slancio e una revisione delle politiche generali. Siamo in parlamento per la difesa e la tutela della nostra specificità e la fiducia a questo nuovo governo è stata accordata perchè ci ha dato garanzie, aspettiamo quindi di vedere i fatti. Il problema preponderante oggi è il lavoro, stiamo cercando di affrontare la tematica con concretezza, ma vanno cambiate le regole sennò con questo assetto istituzionale non si riuscirà ad andare avanti”.

 

Scarica allegato: Relazione Segretario Regionale Domenico Falcomatà

Articolo del 25/03/2014

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