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Bilancio Regionale - Falcomatà 'Un Bilancio che Avrà Conseguenze Negative sull'Intera Regione'


Continua il percorso che porterà il Bilancio della Regione all'approvazione del Consiglio Valle, questa mattina in seconda Commissione, preposta all'analisi del documento finanziario, sono state audite le Organizzazioni Sindacali della Regione che hanno espresso tutta la loro perplessità sulla manovra.

"Abbiamo sottolineato come questo bilancio è ancora più negativo di quello degli anni passati per effetto della diminuzione delle entrate dovute alla partecipazione al risanamento della finanza pubblica. C'è da chiedersi se le contrazioni di spesa corrente siano coerenti e se c'è la sufficiente consapevolezza che per superare la crisi le risorse destinate agli investimenti debbano essere incrementate" ha detto il Segretario Regionale della Cgil della Valle d'Aosta Domenico Falcomatà.

Un bilancio che vede tagli pesanti in tutti i settori, dalla sanità all'istruzione, dall'agricoltura, dalle politiche sociali agli investimenti.

"Per la prima volta si ha una riduzione importante - continua il Segretario - con un bilancio che passa dal miliardo e duecento milioni del 2013 a 974 milioni del 2015. Abbiamo fatto inoltre presente alla seconda commissione che non c'è stato nessun tipo di confronto con il Governo regionale dal 27 ottobre scorso e che la giunta ha aprovato la legge senza aver sentito la parte sindacale. Ci tengo a sottolineare che questo è stato il primo vero confronto su un bilancio che comporterà conseguenze negative per l'intera regione".

Il documento finanziario della regione ha subito una continua riduzione negli anni, passando da 1 miliardo 638 milioni del 2010 al miliardo e 531 milioni del 2011, e ancora a scendere fino ad arrivare al miliardo e 77 milioni del 2014 e a 974 milioni per il 2015.

Tagli importanti che toccano ogni settore:

  • Servizi Socio Educativi -700.000 euro
  • Protezione Civile -2.091.000 euro
  • Piano Socio Sanitario Regionale -379.869 euro
  • Politiche Abitative -650.000 euro
  • Piano Regionale per la Salute e il Benessere sociale -3.500.000 euro
  • Sostegno e Promozione Sociale -760.000 euro
  • Servizi a Favore delle Persone Anziane ed Inabili -1.475.000 euro
  • Organi Istituzionali -350.000 euro

"La contrazione maggiore - evidenzia Falcomatà - è sui diritti sociali, le politiche sociali e la famiglia con un taglio che si attesta a 6,8 milioni di euro, senza contare la riduzione dei fondi ai patronati del 29%, come sempre si vanno ad colpire le fasce più deboli della società. Senza contare l'ingente riduzione di fondi alla sanità che vede una diminuzione di 18,3 milioni. Non vorremmo che questo comportasse un ridimensionamento dell'organico, tagli ai servizi o un aumento dei ticket per le prestazioni diagnostiche e di accesso al pronto soccorso".

Un ulteriore diminuzione di fondi riguarda lo sviluppo economico di 35,6 milioni di euro, il 43% in meno e su questo il Segretario Regionale della Cgil non ha dubbi "andrà a pregiudicare la ripresa economica ed occupazionale".

Sulla riduzione al sociale lo Spi-Cgil della Valle d'Aosta esprime inoltre tutta la sua preoccupazione "siamo particolarmente preoccupati - evidenzia Gaetano Maiorana, Segretario Regionale dello Spi - per le ricadute che queste scelte politiche avranno sugli anziani, sulla qualità dei servizi e sulla tenuta occupazionale".

Altra contrazione consistente riguarda il Don Bosco di Chatillon che riceveva fondi per i minori in difficoltà di apprendimento, l'istituto della bassa valle che conta 360 ragazzi e 80 posti di lavoro vedrà ridotto in maniera consistente il finanziamento "questo potrebbe compromettere la permanenza stessa dei salesiani nel territorio regionale. Il Don Bosco è una realtà educativa importante per la Valle d'Aosta che investe in laboratori e alta formazione e che si vedrebbe così compromessa".

"Non è più pensabile andare avanti con la logica del giorno per giorno - conclude Falcomatà - non possiamo pensare di essere di nuovo il prossimo anno testimoni passivi di un ulteriore taglio. Va ripensata la struttura complessiva della spesa pubblica, bisogna ripensare ai progetti già finanziati come le grandi opere, per altro la gran parte ferme,  che assorbono risorse importanti  e che ad oggi risultano essere inutili per la crescita economica e per i cittadini. Occorre realmente pensare ad un nuovo modello economico e sociale per la nostra regione".

 

Articolo del 24/11/2014

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