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Camusso 'La Cgil è Pronta a Firmare un Patto per Pompei'


Il Segretario Nazionale della Cgil Susanna Camusso,ha scritto oggi al Corriere del Mezzogiorno in merito alla protesta promossa da alcune organizzazioni sindacali nel sito archeologico di Pompei, prendendo le distanze da questo atto e proponendo un vero e proprio "Patto per Pompei"

Di seguito la lettera del Segretario

"Caro direttore, la Cgil non ha condiviso, né partecipato alla protesta promossa dalla Cisl e altri sindacati di Pompei e che ha causato gravi disagi ai visitatori degli scavi archeologici, una figuraccia del nostro Paese nel mondo, un danno economico e di immagine, una condanna indistinta a tutto il sindacato. È convinzione della Cgil che le forme di protesta nei servizi pubblici o in attività che coinvolgono i cittadini, anche se giuste e pienamente condivisibili, non debbano mai recare danno agli utenti dei servizi. E questo un punto fermo per un sindacato confederale come la Cgil che prima di altri si è data codici di autoregolamentazione degli scioperi, ha fortemente voluto una legge capace di far convivere due diritti costituzionali quali sono quello di sciopero dei lavoratori e quello di agibilità minima dei servizi pubblici anche durante le diverse forme di agitazione.

Il sito archeologico di Pompei non solo è la storia e la cultura del nostro Paese, una risorsa economica importante da valorizzare, ma è anche un malato grave lasciato colpevolmente nell'incuria e nell'abbandono. Sono anni che la Cgil chiede inascoltata ai governi locali e nazionali un piano di intervento, di risistemazione, di recupero, di piena utilizzazione delle tante professionalità ancora presenti e di valorizzazione di quei, tanti, lavoratori che con abnegazione e spesso andando oltre l'esercizio del proprio dovere, suppliscono alle carenze di uno Stato assente.

A Pompei altri non hanno avuto questa stessa sensibilità e hanno agito in modo irresponsabile provocando gravi danni che ora si ripercuotono su tutti i lavoratori.

Non servono minacce o annunci roboanti a fini comunicativi da parte di membri del governo o di altre istituzioni. Il ministro conosce la situazione, le cause scatenanti, le dinamiche interne, i responsabili. Come ama ripetere un noto esponente sindacale di primo piano "bisogna distinguere tra sindacato e sindacato".

Pompei è per la Cgil un paradigma dello stato dei nostri beni culturali e del lavoro che intorno ad esso è possibile creare. Rappresenta un patrimonio immenso, un giacimento di conoscenze straordinarie, di possibile lavoro, di immagine spendibile all'estero. Da troppi anni tutto ciò è bloccato da normative confuse, dal "rimpallo" delle responsabilità politiche, dall'ignavia di commissari straordinari, dalla mancanza di un serio confronto con quei lavoratori responsabili che tutti i giorni suppliscono alle tante, troppe carenze delle amministrazioni pubbliche.

Al governo, agli Enti Locali, chiediamo di elaborare un piano organico e integrato di intervento. Di stanziare le necessarie e dovute risorse. Di attivare le tante risorse umane disponibili. Di avviare un grande piano di utilizzo di giovani, dello loro professionalità, delle loro energie per ridare a Pompei il rilievo che merita e per fare di questa esperienza un modello di intervento culturale, economico e occupazionale da replicare nel resto del Paese. Potrebbe e dovrebbe diventare un luogo di sperimentazione e di innovazione nelle forme di partecipazione e codecisione dei lavoratori. Questa sarebbe la vera sfida che un Governo innovatore dovrebbe lanciare al Paese coniugando responsabilità, autoregolamentazione e valorizzazione del lavoro.

Un simile intervento potrebbe non solo ridare splendore ad un patrimonio unico e straordinario, ma lanciare un modello economico basato su quanto di meglio può fornire il nostro "made in Italy": cultura, conoscenza, innovazione, bellezza, turismo.

La Cgil ha questo progetto e su questa base è disponibile a discutere di tutto ciò che i lavoratori possono fare per agevolarlo mettendo anche in discussione l'organizzazione stessa del lavoro e superando le rigidità che si potrebbero incontrare.
Ciò che ci chiediamo è se il Governo Renzi è capace non solo di comunicare, ma anche di progettare e di realizzare".

Articolo del 25/06/2014

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