Caos sanità, Fp Cgil, Cisl, Uil: 'È il naufragio'
Le Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl, Uil si dicono preoccupati, perché sulla sanità non si intravedono “progetti strategici che portino a credere ad un cambio di rotta”. Anzi “le carenze e le difficoltà manifestate sono sotto gli occhi di tutti”. Fra questi: “servizi intasati da liste d’attesa interminabili che costringono parte della popolazione, quella che possiede sicure fonti di reddito, a rivolgersi al servizio privato e la restante parte a rinunciare alla possibilità di sottoporsi a visite ed esami”. Ritardi negli screening di prevenzione dei tumori, l’assenza di un progetto sociosanitario territoriale fino alla mancanza di personale del comparto o comunque, sempre di numero inferiore. “Un problema grave da ricondurre, tra l’altro, al sempre maggior numero di infermieri, operatori socio sanitari e tecnici sanitari che rassegnano le dimissioni – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – per andare a lavorare presso realtà economicamente e organizzativamente più attrattive”.
Chi rimane fa “grande fatica” a sostenere il sistema sanitario “garantendo assistenza 24 ore su 24”, con carichi di lavoro “divenuti insostenibili a seguito di una gestione e organizzazione prive di criteri che rispettino non solo il lavoro ma anche la dignità dei lavoratori in quanto persone”. I sindacati spiegano di registrare “giornalmente, da parte dei dipendenti Usl, segnalazioni di stanchezza psico-fisica, frustrazione e demotivazione. Il numero di personale che assiste oggi i degenti in ospedale si è pressoché dimezzato rispetto al passato”. Per questo i sindacati chiedono al Governo “obiettivi di breve, media e lunga durata che possano dare risposte alle numerose istanze provenienti dai lavoratori del sistema sanitario regionale e dai cittadini” ma anche un “serio confronto con le parti sociali, da troppo tempo escluse dal dibattito che le riguarda”. Il rischio è il “naufragio sanitario”.
Articolo del 18/06/2021
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