Carta vince, carta perde e i misteri di gestione del personale Rai
Siamo in “dirittura di arrivo”, sempre che non si tirino fuori dal cilindro altre iniziative mirabolanti, si dovrebbe avere visione sia della lista dei passaggi al secondo livello per i 239 impiegati interessati dal contratto nazionale sottoscritto il 28 febbraio 2018, sia la lista dei facenti funzione, oggetto dell’accordo del 13 dicembre 2018 sulle politiche attive, senza dimenticare i 20 primi livelli impiegati strappati in più rispetto alle previsioni contrattuali con l’accordo del 22 gennaio 2019.
In più, non si sa bene quando, dovrebbero arrivare dei provvedimenti gestionali (espressione che in Rai vuol dire tutto e niente) e poi la risposta alle vertenze sindacali, figlie di alcune nostre segnalazioni sulla corretta applicazione del contratto di lavoro.
Senza dimenticare gli ulteriori passaggi, già definiti però, che arriveranno entro dicembre per applicazione del CCL (operai, tecnici multiskill etc)
Intanto chiariamo nuovamente questioni formali ma, a nostro parere, dirimenti:
1) I passaggi contrattuali non sono provvedimenti gestionali, ma sono già stati pagati dal valore contrattuale 2014/18. Questi debbono essere identificati secondo le modalità previste nel CCL e negli accordi applicativi e, quindi, non sono nelle prerogative della gestione del personale o dei diversi direttori delle strutture.
2) I facenti funzione sono tutti coloro che svolgono mansione superiore e che debbono vedere riconosciuto il passaggio a giugno 2019 o dicembre 2019 a seconda che svolgano tale attività da prima o dopo l’esodo incentivato.
3) I provvedimenti gestionali, misure sotto cui convenzionalmente si fa rientrare sia il giusto riconoscimento inquadramentale, sia il riconoscimento unilaterali dell’azienda.
Perché questa lunga spiegazione?
Perché dai corridoi Rai sembrerebbe emergere che i facenti funzione non sarebbero coloro che svolgono mansione superiore (a gratis sino ad oggi per l’azienda), ma quelli che qualcuno ha identificato come apicali in un nuovo modello produttivo sconosciuto alla discussione tra le parti.
Facciamo un esempio: sembrerebbe che da questo fantomatico modello produttivo di coordinatori delle sedi ne bastino 3, quindi se anche sono in 4 o 5 quelli che oggi tra facenti funzione e coordinatori svolgono tali mansioni, solo una parte di loro (quasi sempre 1) avrà attribuito il livello spettante.
Interpretazione, diciamo subito, assolutamente difforme dal testo scritto il 13 dicembre e che non rispetterebbe la fotografia dell’attuale stato.
Aggiungiamo che in alcuni casi, sempre la gestione, ha scaricato sulla lista dei passaggi al secondo livello alcuni a cui dovrebbe essere riconosciuto il ruolo di facente funzione (in genere un 1° livello), cosi risparmiando due volte a scapito del contratto di lavoro e del lavoratore.
In più sembrerebbe che nella lista dei secondi livelli ci siano una serie di fenomeni straordinari (per i quali ci si sarebbe aspettati più un provvedimento che non un inserimento nella lista), che nell’arco di pochissimi anni, se non mesi, sono stati assunti e promossi sino al secondo livello, senza rientrare nell’iter del laureato (o forse si?).
Siamo in attesa da settimane di chiudere i verbali sul Welfare, sul settore Abbonamenti, aspettiamo da mesi una casella di posta sindacale (così come avevamo definito negli accordi sulla bacheca elettronica sottoscritti anni fa), la stesura del contratto sottoscritto il 28 febbraio 2018, per provvedere alla sua stampa e diffusione.
Per evitare “l’impressione” di un caos organizzato che, ancora una volta, prova a depotenziare un contratto nazionale che ha fatto dell’equità, della solidarietà e del riconoscimento professionale le sue fondamenta, riteniamo indispensabile che il prima possibile si giunga alla completa applicazione delle intese sottoscritte (Contratto di Lavoro, verbale del 22 gennaio 2019, accordi del 13 dicembre - politiche attive/facenti funzione). Vogliamo si sgomberi il campo da piccinerie gestionali che offenderebbero il lavoro e le intese faticosamente raggiunte.
Non è accettabile che si distorca l’applicazione contrattuale o, peggio ancora, si ritenga di poter spostare risorse economiche dagli accordi collettivi per utilizzarle sui provvedimenti aziendali.
Rammentiamo inoltre che, sempre ricordando i contenuti degli accordi sulle politiche attive, non è ancora partita la discussione sull’organico. Anche qui ci preoccupano alcuni indirizzi provenienti sempre dalla gestione del personale che sembrano diretti a impedire i reintegri in tante aree produttive che, a questo punto, rischiano di provocare ulteriori costi esterni e riduzione di capacità produttiva.
Riteniamo a questo punto, come Segreterie Nazionali, indispensabile un confronto col nuovo capo del personale, per evitare che comportamenti in contrasto con le intese sottoscritte possano portare ad un conflitto in una fase così delicata per la Rai Servizio Pubblico.
Articolo del 12/06/2019
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