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'Così non Va' - Successo per lo Sciopero Generale in Valle d'Aosta


"Grazie per averci stupito con la vostra passione, svuotando i luoghi del lavoro e riempiendo le piazze”. Così Susanna Camusso ha espresso soddisfazione per l'andamento dello sciopero generale proclamato insieme alla Uil e per la partecipazione registrata nelle oltre 50 manifestazioni che questa mattina si sono svolte in tutta Italia. In particolare 54 manifestazioni di cui 10 regionali, 5 interprovinciali e 39 territoriali.

Uno sciopero generale nazionale proclamato perché 'Così non va!', il Paese va cambiato a partire dal Jobs act e dalla Legge di stabilità, due provvedimenti che non portano l'Italia nella giusta direzione, ossia quella della creazione di lavoro. Senza il lavoro, ha ricordato Camusso, l'Italia “non esce dalla crisi, ma ci sprofonda dentro”.

Una partecipazione alta che in Valle d'Aosta ha potuto contare su più di 1.000 tra studenti, pensionati, lavoratori e precari che hanno voluto far sentire forte la loro voce nel centro di Aosta. Un corteo vivo e colorato che ha risvegliato quella voglia di lottare per i diritti conquistati negli anni da tante battaglie condotte dal sindacato.

Secondo i primi dati a livello nazionale l’adesione ha superato il 70%, stessa percentuale si registra in Valle d’Aosta.

Un corteo che si è fermato anche sotto il Consiglio regionale, che oggi stava discutendo il Bilancio 2015, e al quale ha mandato un messaggio chiaro e forte dei lavoratori "Bisogna Cambiare!! Così Non Va!! Basta Tagli!!". Tagli che colpiscono tutti gli ambiti della Regione, dal sociale al pubblico, dalla sanità ai trasporti.

“Questo palco suscita una forte emozione e devo dire anche un grande piacere se penso alla folla che ha partecipato al corteo ed è ora qui in questa bellissima Piazza – ha detto il Segretario regionale della Cgil Domenico Falcomatà aprendo il comizio in piazza Chanoux– a questa Manifestazione, alla quale, come è stato detto, partecipano i lavoratori e le lavoratrici, gli studenti, i pensionati, i precari, persone che il posto di lavoro lo hanno perso ma non si rassegnano a lottare, i cassaintegrati, semplici lavoratori, il mondo dell’associazionismo e dei movimenti e della società civile, semplici cittadini che oggi vogliono protestare contro i provvedimenti sbagliati di questo Governo, che degli annunci e dei videomessaggi di berlusconiana memoria, ne ha fatto una ragione del suo agire e direi io del suo sopravvivere”.

“Oggi si ferma il lavoro – continua il Segretario - negli uffici come nelle fabbriche, quelle che ancora resistono alla crisi, dove il lavoro viene mortificato perché c’è ne sempre meno e perché il lavoro, in molti casi, non è quello che pensavamo potesse e dovesse essere. E cioè un lavoro che rispetti la dignità delle persone dando loro un’equa retribuzione e uguali diritti. Ebbene non sarà più così dopo l’approvazione del jobs act e della legge di stabilità. Perché, come dice lo slogan di questa giornata, “Così non va!” Perché la vera emergenza di questo Paese si chiama lavoro. E né la controriforma sul lavoro né la legge di stabilità sono utili a crearlo. Altro che innovatori, altro che persone capaci di cambiare le sorti di questo Paese!”.

Dalla situazione nazionale si è poi passati a quella Regionale con l’allusione al voto contrario arrivato in Consiglio Regionale sulla diminuzione dei costi della politica “Non ci vengano a raccontare che non si può fare altro che tagliare sui servizi e sui più deboli, quando i politici continuano a mantenere i loro privilegi non facendo neppure un sforzo simbolico per ridurre il costo della politica. Ora che con scelte sbagliate, i danni sono stati fatti, ad esempio con le grandi opere regionali, che non producono né lavoro né ricchezza ma solo un’emorragia di risorse pubbliche, ci presentano il conto. E’ ora di dire basta a queste politiche autolesioniste, basta con le supercazzole di Renzi. L’italia e la Valle d’Aosta non hanno bisogno di illusionisti e imbonitori che ci raccontino come è bello il futuro. Abbiamo bisogno di verità e fatti concreti che aiutino i giovani a trovare un lavoro, gli anziani a vivere con una pensione dignitosa e i lavoratori con i diritti sanciti dalla nostra bellissima Costituzione. E invece abbiamo un Paese che regredisce ogni giorno di più perché qualcuno pensa che l’Italia possa risollevarsi solo abbassando i diritti e facendo diventare l’Italia un luogo dove il lavoro non è più un diritto ma un privilegio da guadagnarselo”.

Tanti gli interventi sul palco, dai rappresentanti delle diverse categorie, agli studenti e la conclusione di  Sandro Biserna, della segreteria nazionale Uil che ha ricordato che "oggi non è la fine di un percorso, andremo avanti per far cambiare la politica di questo governo e se lo sciopero di oggi non dovesse bastare, andremo a Roma, ancora più numerosi per farci sentire, per far sentire nei Palazzi la voce di tutti i cittadini".
 




Articolo del 12/12/2014

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