Covid-19, fondo di integrazione salariale per evitare che i lavoratori perdano il reddito
L'emergenza coronavirus sta preoccupando, oltre che dal punto di vista della salute pubblica, anche da quello economico. Le organizzazioni sindacali nazionali si stanno impegnando ad effettuare gli incontri con le aziende al fine di attivare il Fondo di Integrazione Salariale. “Ad oggi il fondo di integrazione salariale è considerato l' unico strumento disponibile – spiega Isabelle Buillet, segretario generale Filcams Cgil Valle d'Aosta- per evitare che i lavoratori perdano il reddito disponibile a fronte dell'emergenza Covid-19”. Le aziende finora interessate da questo ammortizzatore sociale sono le seguenti: Cascina, Ladisa srl, Multiservice scarl, Pellegrini SpA, Serist srl, Sovite SpA, Vivenda, Camst scrl, Cimas srl, Compass Group soc coop, Coop solidarietà e lavoro, Kiss management srl, Alf srl, Fabbro SpA, Eutourist, Innova SpA, Gemos soc coop, Genesi srl, Cirfood sc, Ep SpA, Dussmann sr”. Il Fondo garantisce un assegno ordinario di integrazione salariale nei limiti stabiliti dal decreto istitutivo (massimo 13 settimane) per i dipendenti di aziende che sospendono l’attività: “in relazione a causali previste dalla normativa in materia di integrazione salariale ordinaria, ad esclusione delle intemperie stagionali”. Nello specifico dell’emergenza sanitaria, legata all'emergenza Covid-19 (Coronavirus), l’attivazione del Fondo può avvenire per due differenti motivazioni: la sospensione o la riduzione di attività in forza di un’ordinanza della Pubblica autorità; il calo di lavoro o di commesse e la crisi di mercato.
Articolo del 11/03/2020
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