Crisi Alpitel, parla il lavoratore a rischio licenziamento
“Una doccia fredda”. A dirlo è Fabrizio Bianchi, 54 anni, dipendente Alpitel, l'azienda che sviluppa impianti di rete e telecomunicazione integrati a Quart in Valle d'Aosta e, che da martedì 3 marzo, ha avuto la certezza del suo licenziamento. Bianchi fa parte di quegli ottanta impiegati che Alpitel ha deciso di lasciare a casa da un giorno all'altro, adducendo la motivazione del calo di produzione. “Come mi sento? Senza prospettive per il futuro. Nonostante sia un ottimista di natura, in questo caso non riesco a vedere aspetti positivi. Mi ritrovo senza un impiego e con un'invalidità sul lavoro. A 54 anni chi dà occupazione a uno come me, che non può neanche svolgere tutte le mansioni, proprio a causa di quell'incidente avvenuto un anno fa?”. I ricordi vanno inesorabilmente al periodo in cui Bianchi inizia il suo percorso professionale: “Avevo 22 anni quando ho iniziato a lavorare nel settore delle telecomunicazioni, poi nel 2007 è subentrata Alpitel”. Fabrizio Bianchi non nega che da qualche tempo ci fosse nell'aria il sentore di una crisi, ma sicuramente non immaginava di questa portata: “Quando Alpitel è stata acquisita da Psc (società con una partecipazione pubblica, ndr) si cominciava ad avvertire la sensazione che nulla sarebbe stato più come prima. Poi il 12 dicembre scorso la mazzata: ottanta licenziamenti su tutto il territorio nazionale, tra cui uno nell'unica sede valdostana di Alpitel a Quart, cioè io. Attualmente in Valle d'Aosta sono sette i dipendenti Alpitel, tra cui due impiegati”. Bianchi parla di beffa “oltre al danno”: “Se io fossi stato operaio, come sono sempre stato fino all'incidente, oggi non avrei sicuramente rischiato il posto”.
“Non so come dirlo alla mia famiglia. Da oggi cambieranno le nostre priorità”
Fabrizio Bianchi non pensa solo al suo futuro professionale, ma anche alla sua famiglia. Due figli, uno all'università e una in procinto di iniziare le scuole superiori, quindi tante spese legate agli studi dei suoi ragazzi. Una casa, un mutuo e tutte le spese, a cui si ritrova a dover fronteggiare quotidianamente una famiglia: “Niente sarà più come prima” dice amareggiato Bianchi, che evidenzia: “ Dalla giornata di lunedì 2 marzo, in cui si è svolto l'incontro al Ministero con le organizzazioni sindacali, è emerso che in linea di massima le richieste del sindacato in merito all'utilizzo degli ammortizzatori sociali sono state accettate, quindi partirà il contratto di solidarietà per almeno 24 mesi (prorogabile di altri 12 mesi). Sulla mia testa rimane comunque la spada di Damocle del licenziamento. Anche se rientro tra coloro che usufruiscono degli ammortizzatori sociali, questo vuol dire che resto a casa con 500 euro al mese. E con quella cifra cosa faccio?”.
Oltre al danno, la beffa
“Io penalizzato per essere Rsu/Rls Fiom Cgil Valle d'Aosta? Non so se questo sia il motivo. Certo che qualche anomalia c'è, osservando anche il panorama nazionale. L'impressione, guardando anche altre vicende, è che effettivamente a lasciarci le penne siano sempre i delegati della Fiom Cgil. Ma non voglio ingigantire la questione. Questo però fa riflettere!”.
Articolo del 02/03/2020
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