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DEFR 2021-2023, la ricerca dell'IRES Morosini e le valutazioni dello SPI-CGIL Valle d'Aosta


Secondo lo SPI CGIL Valle d’Aosta il Defr 2021 – 2023 della Regione non fornisce risposte serie e concrete ai problemi che ostacolano lo sviluppo armonioso nel nostro territorio. Ci riferiamo soprattutto ai nodi strutturali di una sanità ospedalocentrica e poco organizzata, alle infrastrutture per i trasporti insufficienti, al mercato del lavoro caratterizzato dalla forte incidenza del precariato e alla non adeguata presenza di servizi a favore degli anziani.

In linea generale, il Documento è denso di risposte a breve termine sul Covid mentre gli obiettivi di lungo periodo sono più sfocati. Sulla sanità, a distanza di più di 10 anni, è ancora incerta la strategia da adottare relativamente all’ospedale Parini e nella nostra regione manca ancora un servizio epidemiologico. C’è inoltre incertezza sul destino delle riforme avviate nel 2019/2020, basti leggere la recente relazione della Corte dei Conti sulle difficoltà che incontra la riforma regionale del mercato del lavoro.

Le indicazioni generali nel DEFR - cioè lo strumento di programmazione regionale più importante, che ha il compito di definire le politiche da adottare¸ gli obiettivi della manovra di bilancio, il quadro finanziario unitario di tutte le risorse disponibili e gli indirizzi agli enti strumentali ed alle società controllate e partecipate - non sono più accettabili. Non basta quindi affermare, relativamente ai problemi della sanità: «…sarà quindi necessario individuare un modello di assistenza territoriale, anche riorganizzandolo e dotandolo di risorse umane e professionali adeguate…», «risulta indispensabile riorganizzare i servizi territoriali del dipartimento salute mentale…occorre intercettare precocemente il disagio psichico per poter intervenire tempestivamente».
Occorre dunque che la Regione, nel breve periodo, si esprima risolutivamente, anche con il coinvolgimento delle parti sociali e degli altri attori protagonisti, sulle principali linee di sviluppo socio-economico del territorio.

Del resto, il bilancio della regione Valle d’Aosta si distingue, per quanto riguarda le condizioni di operatività, per la presenza di questi tre fattori:


• la più consistente dotazione di risorse pro capite in assoluto a livello regionale.
• gli equilibri di bilancio non in pericolo.
• la riduzione, avvenuta negli ultimi anni, del contributo allo Stato per il risanamento della finanza pubblica.

Non mancano dunque le risorse. Il Pil della Regione Valle d’Aosta è però dipendente in misura assai superiore alle altre Regioni dalla spesa pubblica e nel 2019 il Tasso di crescita annuo del Pil reale per abitante (0,1) e per occupato (-0,5) rilevato in VdA è stato tra i più bassi tra le regioni del centro nord.
Rispetto ai valori pre-crisi (2008) il Pil valdostano è inferiore al 9,1%, un gap molto alto se confrontato con il dato nazionale (-2,8%) e il Nord Ovest (-0,9%).
Un dato importante riguarda la crisi degli investimenti pubblici relativamente sia alla dotazione sia alla capacità di realizzazione.
In base a quanto indicato nello stesso Defr 2021-2023 il crollo degli investimenti pubblici in Valle d’Aosta, avvenuto tra il 2007 e il 2018, spiega circa il 45% della caduta complessiva degli investimenti, a fronte del 17% rilevato in Italia e del 15% del Nord-Ovest.
Esprimiamo dunque forti dubbi sulle capacità delle politiche di bilancio di ottenere risultati adeguati rispetto alle dotazioni finanziarie. E’ concreta la possibilità che i Piani e le Strategie regionali contemplate dal Defr non arrivino a compimento.
Inoltre, alcune recenti indagini evidenziano come l’opinione pubblica valdostana non appaia molto scossa dai fenomeni corruttivi che hanno interessato la pubblica amministrazione, pur risultando essi evidenti e persistenti. C’è il rischio che la legalità e la «buona amministrazione» fatichino a riposizionarsi tra le priorità del ceto politico e del governo locale.

Entrando nel merito dei problemi della nostra regione, il settore della sanità presenta diverse problematiche, anche da collegare al giudizio non positivo sui Lea (Livelli essenziali di assistenza) formulato dalla Commissione nazionale. Sono critici soprattutto i valori degli indicatori che riguardano l’assistenza domiciliare e residenziali agli anziani, e la copertura vaccinale. Inoltre, per il sesto anno consecutivo la popolazione valdostana diminuisce. Soprattutto il saldo migratorio è poco soddisfacente e sono inoltre aumentate le cancellazioni per l’estero.

A causa del Covid, il ridimensionamento del sistema produttivo valdostano risulta significativo, relativamente soprattutto alle imprese turistiche (alloggio e ristorazione) ma anche ai settori del commercio, delle costruzioni e manifatturiero.
In questo contesto, crescono le diseguaglianze sociali. L’occupazione è qualitativamente debole: la Vda è la regione del Centro Nord con la più alta percentuale di occupati in lavori a termine da almeno 5 anni, (21,8% nel 2019). Il rischio è che la dotazione di capitale umano diventi sempre meno adeguata rispetto alle sfide dell’economia e dell’innovazione tecnologica e sociale. La percentuale di giovani Neet (che non studiano e non lavorano) è molto alta, pari al 12,5% nel 2019.
Infine, il rischio di depauperamento demografico nelle campagne urbanizzate e nei piccoli comuni a bassa vocazione turistica è alto.
Nel Defr non è chiaro come la Regione intenda affrontare e governare adeguatamente questi processi.

Occorre invece agganciare le tematiche del post Covid al riordino rapido ed effettivo di settori cruciali per la popolazione e il territorio, quali il miglioramento dell’offerta del settore sanitario e socio-sanitario (il nuovo piano per la salute e il benessere sociale, maggiore equilibrio tra assistenza territoriale e ospedaliera, la riduzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche e le prestazioni diagnostiche, la riforma delle rsa e un contrasto più efficace alla non autosufficienza), il contrasto dell’’isolamento relazionale e fisico soprattutto tra gli anziani (specie nei comuni più isolati), la sostenibilità ambientale (migliore uso delle risorse idrico-forestali per la crescita dello sviluppo economico, promozione della filiera agro-turistica e delle attività industriali sostenibili), il piano dei trasporti, lo sviluppo del piano per il lavoro.

 

Scarica allegato: Analisi DEFR VDA_21.pdf

Articolo del 23/04/2021

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