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Egomnia, Cgil: “Per la Valle d'Aosta è il patatrac'


Vorremo definirci stupiti dalle ultime notizie che hanno nuovamente portato alla ribalta la Valle d'Aosta per infiltrazioni dell'ndrangheta nella politica regionale. Non lo siamo e lo abbiamo sempre detto con forza come organizzazione sindacale: nel 2017, lo abbiamo ribadito in occasione dell'operazione Geenna il 23 gennaio 2018, durante il congresso della Cgil nazionale a Bari, e abbiamo anche approvato un ordine del giorno, come direttivo Cgil, in cui si chiedeva la costituzione di un osservatorio antimafia. Ora, ci ritroviamo nuovamente in un baratro. Un “terremoto” che investe inevitabilmente tutta la Valle d'Aosta. Non bastano le dimissioni dagli incarichi del presidente della Regione, dei due assessori e del presidente di commissione, perché restano comunque in Consiglio Regionale. Ci aspettiamo, invece, l'azzeramento della giunta ed è necessario ritornare al voto immediatamente. Dalle 800 pagine dell'inchiesta della Dda emerge, leggendo le notizie degli organi di informazione, l'ipotesi di corruzione elettorale. Dall'indagine, denominata Egomnia, viene rimarcato come alle elezioni del maggio 2018 “ la 'locale' di Aosta abbia sostenuto i candidati di tutti i principali partiti autonomisti”. Se per Maîtres Chez Nous si intendeva questo, la Cgil Valle d'Aosta ha un'altra idea di autonomia e di regione a statuto speciale, che nulla c'entra con 'ndrangheta. La politica regionale negli ultimi anni non ha fatto altro che mortificare la Valle d'Aosta, senza contare che in tutto questo periodo invece di avere come obiettivo principale il risanamento economico, industriale, sanitario e culturale della regione, ha perso la maggior parte del tempo a parlare di “poltrone” e di “ ReUnion”. Quindi, tirando le somme, l'anno scorso Geenna e ora l'indagine Egomnia. A questo punto a fare il passo indietro, ma sul serio, dovrebbe essere tutta la giunta. Pensare che la Regione Valle d'Aosta si sia costituita parte civile nel processo Geenna e poi venire a sapere che il suo Presidente, che ne è anche il Prefetto, è indagato, fa rabbrividire. L'inchiesta della Dda di Torino, che ha sconquassato nuovamente la giunta della Valle d’Aosta, conferma, purtroppo, l’insediamento della‘ndrangheta nella nostra regione. Se le ipotesi investigative diventassero certezza, questa sarebbe l'ennesima pugnalata alle spalle dei valdostani onesti, che credono realmente nelle potenzialità di questa regione. È uno schiaffo in faccia ai lavoratori valdostani che tutti i giorni vanno a lavorare per mantenere le proprie famiglie e che vivono con la speranza di crescere i propri figli in un ambiente onesto, sano e dignitoso. Facciamo fatica anche solo a pensare che nella nostra regione siano stati gli interessi mafiosi a determinare le scelte della giunta, e non quelli dei cittadini. Se invece venisse dimostrato che è stato così, non servirebbe aggiungere altro e si dovrebbe tornare immediatamente al voto. Ne va della credibilità delle istituzioni ". 

Articolo del 18/12/2019

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