Emergenza abitativa in Valle d’Aosta: diritto o privilegio?
In Valle d’Aosta è esplosa una crisi abitativa silenziosa ma devastante. Sempre più famiglie, giovani e lavoratori precari non riescono a trovare un alloggio dignitoso a prezzi sostenibili. Gli affitti tradizionali (3+2, 4+4) crollano, mentre cresce la corsa agli affitti brevi e turistici: una scelta legittima per i proprietari, ma che svuota il mercato residenziale e alimenta una spirale di esclusione.
Con canoni medi fuori portata, anche un monolocale periferico può arrivare a costare oggi oltre 600-700 euro mensili, escluse le spese. Per molti, è semplicemente impossibile. A questo si sommano le garanzie richieste, come ad esempio contratti di lavoro a tempo indeterminato, fideiussioni bancarie e altre garanzie irraggiungibili: barriere che tagliano fuori chi più ha bisogno di una casa. Servono risposte strutturali, non palliativi. È chiaro: non bastano incentivi all’affitto. Serve una strategia di lungo periodo. Una possibile soluzione potrebbe essere introdurre un meccanismo di controllo che leghi il canone massimo d’affitto al valore reale dell’immobile o alla rata di mutuo teorica, evitando così abusi e speculazioni in una regione piccola e fragile come la nostra. L’aumento incontrollato degli affitti brevi rischia di distruggere il tessuto sociale.
È urgente aprire un confronto vero tra istituzioni, associazioni, cittadini e operatori del settore per ridare dignità e accessibilità all’abitare in Valle d’Aosta.
Scritto da Sunia Valle d'Aosta
Articolo del 09/10/2025
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