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Emergenza coronavirus, Spi: 'I cittadini sono costretti a rinunciare alla prevenzione e alle cure'


Domenico Falcomatà, segretario generale Spi ( sindacato pensionati italiani) Cgil Valle d'Aosta come stanno vivendo i pensionati valdostani questo momento di emergenza sanitaria?
“Lo stato d'animo non è cambiato molto rispetto alla prima ondata, anche se la cosiddetta seconda ondata ci coglie ancora provati per ciò che abbiamo vissuto a marzo, riportandoci in quello stato d’animo di timore e incertezza per il futuro. C'è, tuttavia, una maggior consapevolezza del pericolo e i nostri anziani tengono alta l'attenzione per quanto concerne le raccomandazioni a tenere comportamenti prudenti. Tutta questa situazione pesa dal punto di vista psicologico. C’è in questo momento di quasi totale assenza di rapporti sociali, un forte cambiamento delle relazioni interpersonali con gli amici e i parenti. In Valle d'Aosta, dove oltre il 50 per cento dei nuclei familiari sono composti da una sola persona (il più delle volte over 65), la solitudine, il senso di isolamento giocano purtroppo un ruolo preoccupante. Vivere questo periodo di distacco dagli affetti familiari, il venir meno delle relazioni con gli amici, l’aver dovuto cambiare la propria vita sociale sono sicuramente elementi di ulteriore preoccupazione. Il sentimento dominante è l’apprensione e l’ansia con effetti negativi sulla salute. In questa situazione emergenziale, gli anziani in molte occasioni, rinunciano alle cure, come ad esempio recarsi in ospedale per la paura di contagiarsi, rinunciando, così, anche a fare prevenzione. In più, molti pazienti con patologie gravi e anche malati oncologici, hanno subito e subiscono ritardi nelle terapie. Lo abbiamo scritto, denunciando il blocco delle visite specialistiche e degli interventi chirurgici. Ai ritardi legati all’emergenza per il Coronavirus si sono sommati quelli “ordinari”, che invece ci portiamo dietro da anni e questo è inaccettabile. Molte persone che necessitano di prestazioni diagnostiche o di terapie, stanno pagando un prezzo molto alto a causa di un sistema sanitario regionale che non risponde più alle esigenze della nostra comunità e di cui la pandemia è solo parte del problema.
La saturazione del presidio ospedaliero è una problematica grave, che noi come Spi Cgil abbiamo denunciato anche in tempi non sospetti e alla quale va trovata una soluzione in tempi rapidi”.

Che indicazioni si sente di dare?
“Dare indicazioni in questo periodo caratterizzato da messaggi fuorvianti e spesso contraddittori è difficile. Mi sento di dire di stare vicino agli anziani, naturalmente con le necessarie precauzioni. Uscire di casa come da disposizioni del Dpcm e rispettare le regole che ormai conosciamo bene, per evitare di contagiarsi. Sicuramente tra le cose da fare c'è il vaccino antinfluenzale. Da mesi sollecitiamo la Regione di dotarsi di quantità sufficienti di dosi per una copertura più ampia di quella dello scorso anno. Ci auguriamo a questo punto che almeno per il 15 dicembre venga trovata una soluzione soddisfacente. Oltre tutto quest’anno viene raccomandata la vaccinazione a partire dalle persone con più di 60 anni, mentre prima era a partire dai 65. Le cure e la prevenzione sono un diritto universale riconosciuto dalla Costituzione oltre che una responsabilità collettiva che le istituzioni non dovrebbero dimenticare mai”.


Sulle scadenze, tipo ritiro della pensione, o altre pratiche, quali indicazioni dà il suo sindacato?
"In merito alle scadenze e agli adempimenti richiesti dalla pubblica amministrazione, dal fisco, dall’INPS o per qualsiasi altra necessità, siamo riusciti, con l’adozione di rigorose misure di sicurezza, a soddisfare tutte le richieste dei pensionati. Le persone hanno capito fin da marzo e dopo il primo lockdown, quanto fossero importanti le misure di distanziamento, anche se questo poteva significare allungare i tempi di attesa. Per il ritiro della pensione, le Poste ad esempio, proprio per scongiurare gli assembramenti e garantire la sicurezza dei pensionati, ne hanno anticipato il pagamento scaglionandolo su più giorni. In ogni caso l’indicazione è quella di farsi accreditare la pensione alle poste o in banca, evitando così di esporsi a rischi. Anche in questo periodo di forte emergenza, tutte le nostre sedi nella regione sono aperte e a disposizione dei cittadini con la garanzia della massima sicurezza, ma il consiglio che diamo è quello di contattarci telefonicamente prima di muoversi da casa. In molti casi possiamo risolvere un problema o sbrigare una pratica, anche a distanza attraverso le tecnologie digitali oggi disponibili. Per qualsiasi informazione o dubbi invitiamo i cittadini, prima di recarsi nelle nostre sedi, a telefonare ai seguenti numeri 0165.271620, 345.6897945, 346.8208918 (whatsapp). E-mail spi@cgil.vda.it.".

Articolo del 05/12/2020

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