Flc Cgil: “Sconcertanti le dichiarazioni dell’assessore Caveri”
Flc Cgil Valle d’Aosta, dopo aver letto, su alcuni organi di informazione, le dichiarazioni dell’assessore Caveri, in relazione al rientro al lavoro del personale sospeso nella scuola (DL n.24 del 24 marzo), esprime sconcerto e preoccupazione.
Non intendiamo entrare qui nel merito di questo provvedimento nazionale, sicuramente approssimativo e confuso, su cui d’altra parte si è già espressa la nostra organizzazione sindacale a livello nazionale, riteniamo, invece, pericoloso, sconcertante, vessatorio usare determinati toni, da parte di un amministratore politico, nei confronti di qualunque lavoratrice e lavoratore: sono parole utili solo a sostenere norme discriminatorie contro il lavoro e a creare un clima avvelenato, in cui alcune forze politiche provano a giocare le proprie fortune.
Inoltre, non si riesce proprio a capire quale relazione possa esserci tra l’ipotesi di regionalizzazione e il DL sopra citato, le cui decisioni valgono per tutto il territorio nazionale (come, d’altra parte, tutta la normativa relativa all’emergenza sanitaria). La provincia di Trento, ad esempio, portata a modello dall’assessore, ha sì un proprio contratto per la scuola e paga i suoi docenti, ma su queste disposizioni può apportare minime modifiche, ma non cambiarne le disposizioni, come conferma la nota del dipartimento istruzione e cultura della provincia autonoma di Trento del 29 marzo 2022. Così come le potremmo apportare noi se avessimo una classe politica capace e un’amministrazione efficiente e tempestiva, presupposto di una regionalizzazione che sia migliorativa rispetto a un sistema nazionale. Cosa che non abbiamo, come ha mostrato proprio la gestione degli ultimi governi regionale, compreso l’attuale, con il rinvio, ad esempio, dell’aggiornamento delle graduatorie nella scuola, i ritardi nell’assegnazione alle scuole dei Fondi di Istituto e il nodo irrisolto del salario di risultato dei dirigenti scolastici.
La regionalizzazione, leitmotiv del nostro assessore, necessiterebbe, prima di tutto, di un confronto con i lavoratori e con le lavoratrici che i sindacati rappresentano (i sindacati non parlano per sé, ma sono organizzazioni rappresentative). In secondo luogo, sarebbe necessaria una Sovrintendenza agli studi in grado di gestire autonomamente, con personale e risorse adeguate, un sistema di istruzione regionale che si vorrebbe più efficiente e più di qualità di quanto non lo sia ora. Infine, sarebbe necessario un disegno concreto, frutto di un’iniziativa politica riflessiva e lungimirante sul futuro della scuola valdostana, su cui confrontarci. In ogni caso, e questo problema lo abbiamo sempre segnalato come FLC CGIL, un contratto regionale dovrebbe dimostrare di riuscire a garantire diritti, salari e regole imparziali in un settore particolarmente cruciale come quello della scuola pubblica: l’esperienza del comparto unico non è, su tutti questi piani, particolarmente positiva ed è per questo che abbiamo sempre ritenuto, e continuiamo a ritenere, una garanzia democratica e di sistema l’adozione anche in Valle d’Aosta del Contratto Nazionale Istruzione e ricerca. Pertanto sì ad un confronto, ma no a decisioni unilaterali che porterebbero a uno svuotamento completo dello stato giuridico dell’insegnante, rimpicciolito da statale a regionale, e alla rinuncia all’esercizio della propria libertà di insegnamento, diventando lacchè al servizio dell’indirizzo politico degli assessori locali. E le parole dell’assessore, riassumibili con un “pago io, decido io”, non fanno pensare che possa essere diverso.
Articolo del 31/03/2022
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