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IX° Congresso dello Spi, Maiorana 'Gli Anziani si Stanno Facendo Carico della Crisi'


 "Viviamo in un mondo in cui le privazioni, la miseria e l'aggressione sono grandi. Povertà, violazioni dei diritti, disprezzo e violenze verso le donne, sfruttamento nel lavoro. Molte di queste privazioni non sono più solo nei paesi poveri, ma anche in quelli ricchi" è con questa citazione di Armantya Sen,  economista indiano e premio nobel per l'economia nel 1998, che si è aperta la relazione del Segretario Generale dello Spi della Valle d'Aosta Gaetano Maiorana al IX° Congresso Regionale del Sindacato dei pensionati della Cgil, il 20 marzo.

Non è certo una situazione rosea quella che stanno vivendo i pensionati nel nostro paese, nel corso degli anni si sono visti diminuire il potere di acquisto, la pensione minima è diventata insufficiente a garantire le soglie della sopravvivenza, senza parlare del fatto che sono diventati veri ammortizzatori sociali aiutando economicamente figli e nipoti.

"La forza del nostro viaggio" questo lo slogan scelto per questo IX° Congresso, un viaggio inteso come azione quotidiana di ieri, di oggi e di domani, un viaggio di coraggio e di idee che diano sostegno e continuità al ruolo della Cgil.

"La crisi che dal 2008 ha coinvolto molti paesi del mondo, per l’Italia è stata particolarmente grave perché le politiche economiche adottate dai Governi che si sono succeduti “Berlusconi, Monti, Letta” hanno mirato al contenimento del debito pubblico e non hanno sostenuto i consumi riducendo le tasse sul lavoro e sulle pensioni - ha detto il Segretario Generale dello Spi della Valle d'Aosta - bisogna redistribuire la ricchezza e creare occupazione, dando attuazione alle proposte contenute nel Piano per il lavoro della Cgil sia con politiche industriali sia investendo in welfare quale motore di sviluppo e crescita. Sconfiggere la povertà, debellare la fame, non consentire disuguaglianze, è possibile se il Lavoro diventa volano di crescita economica e civile in quanto tra diritti del lavoro e diritti di cittadinanza c’è un legame indissolubile perché i diritti del lavoro sono lo strumento essenziale della cittadinanza piena, perché il lavoro è socializzazione, integrazione e partecipazione. Per realizzare ciò serve una concreta fase di moralizzazione che dovrà coinvolgere in maniera particolare la politica".

Una crisi quindi non solo economica ma di sistema che ha alimentato col tempo il distacco sempre più crescente fra cittadini, istituzioni e politica danneggiando così la funzione sociale di rappresentanza e di rappresentatività del sindacato. Una crisi che ha fatto sorgere movimenti di rifiuto, di rabbia, di disaffezione e di livore antipolitico.

"Dalla crisi si può uscire - continua Maiorana - ma è indispensabile la democratizzazione del sistema politico e un suo profondo risanamento morale. Bisogna rompere il gioco perverso dei privilegi e delle logiche “di casta” che hanno prodotto una rottura verticale nel rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni. Dobbiamo saper affrontare le nuove emergenze sociali: l’invecchiamento della società, la precarizzazione del lavoro, l’ondata migratoria. Ciò richiede un nuovo e più forte sistema del welfare per meglio tutelare le fasce più deboli della nostra popolazione. Un sistema sociale inclusivo, basato sulla universalità dei diritti e sul principio di eguaglianza, su cui costruire una società più umana e più giusta".

Non manca uno sguardo ai giovani che "devono essere la forza del nostro presente e del nostro futuro, un futuro che è condizionato dalle scelte presenti e dipenderà dalla costruzione di pari opportunità per tutto il Paese: dobbiamo offrire ai giovani opportunità e trasmettere motivi concreti per sperare, e questa speranza si chiama lavoro, lotta alla disoccupazione, si chiama sviluppo e crescita e quindi democrazia e libertà autentica. Solo così possiamo rafforzare il legame che unisce giovani ed anziani. Ai giovani spetta il compito, a loro volta, di trasmettere la memoria alle future generazioni. Raccontare il passato per continuare a lottare in difesa dei valori delle conquiste ottenute nelle lotte democratiche, sociali e civili della nostra generazione, dando così continuità alla alleanza fra giovani e anziani"

Una nota sentita è stata dedicata all'alimentazione dello scontro generazionale portato avanti negli ultimi tempi "da tempo ormai c’è chi, strumentalmente, sta promuovendo nel nostro Paese un odioso dibattito, volto ad alimentare il conflitto tra le generazioni. Gli anziani vengono sostanzialmente accusati di rubare il futuro ai giovani.Gli anziani di oggi sono i giovani di ieri che hanno lottato per vivere in un Paese democratico e con il loro impegno hanno contribuito allo sviluppo economico e sociale dell’Italia. Non sono sicuramente dei parassiti. Si parla di diritti acquisiti da smantellare, di presunti privilegi da abolire, di un paese bloccato per colpa dei “vecchi”. La realtà è diversa. Gli anziani si stanno facendo carico della crisi in termini di sacrifici e di rinunce e stanno svolgendo, ormai da anni, il ruolo di ammortizzatore sociale aiutando figli e nipoti travolti dalla crisi".

La relazione ha poi proseguito con un'attenta analisi sulle scelte politiche portate avanti fino ad oggi, dalla contrattazione sociale all'ambiente, per arrivare al diritto ad essere curati e alla non autosufficienza.

"Dobbiamo difendere l’art. 32 della Costituzione. Bisogna avanzare un progetto di riforma della sanità pubblica in grado di dare risposte alla domanda di tutela. Occorre definire i veri obiettivi di salute, attraverso la partecipazione dei cittadini interessati, per sviluppare il concetto moderno di salute: benessere sociale e individuale. La salute è sempre stata un indicatore di civiltà, di sviluppo, di ricchezza di un popolo, un tema fondamentale del progetto di emancipazione, un bene comune da costruire e da difendere, per sé e per le generazioni più giovani, perché ogni cittadino, indipendentemente dalle proprie condizioni economiche, abbia il diritto di vivere e di essere curato.

Il tema della non autosufficienza è di vitale importanza per la condizione di molti anziani e delle loro famiglie e rappresenta un punto di impegno prioritario per lo Spi. La politica deve definire una legge nazionale di contrasto alla non autosufficienza e prevedere finanziamenti adeguati e meccanismi certi. La legge deve stabilire i livelli essenziali di assistenza da garantire a tutti e creare le condizioni per offrire ai cittadini pari opportunità superando così le attuali insostenibili disparità. Lo Spi-Cgil è fortemente impegnato per riqualificare il nostro “sistema sociale”, perché delle buone politiche sociali possono rappresentare un motore di sviluppo garantendo diritti per bambini e anziani, creando nuova e buona occupazione".

Punto dolente la legge Monti-Fornero sulla previdenza che ha rappresentato "un forte arretramento sociale e di pesante incertezza per il futuro di lavoratori, lavoratrici e giovani e ha gravemente penalizzato i pensionati e le pensionate. Lo Spi e la Cgil sono impegnate per modificare la riforma Fornero e riportare il nostro sistema pensionistico dentro un progetto di diritti universali, per eliminare tutti gli aspetti negativi e vessatori di tale riforma e per ricomporre il patto tra le generazioni che è alla base del nostro sistema previdenziale pubblico; mantenere il sistema di rivalutazione delle pensioni nella sua versione originale, quello esistente prima del blocco delle pensioni per gli anni 2012 e 2013; difendere le pensioni, in modo strutturale, dal fenomeno del drenaggio fiscale e difendere il loro potere d’acquisto; dare soluzione al grave problema degli esodati".

Il Segretario Generale passa poi alla Valle d'Aosta.

"La crisi economica che ha colpito il nostro Paese ha avuto un impatto fortemente negativo anche in Valle d’Aosta; particolarmente colpiti risultano il sistema industriale, l’artigianato ed il commercio. Il bilancio regionale ha subito in questi ultimi anni dei consistenti tagli ed oggi emergono gravi problemi di sostenibilità economica per il welfare regionale. Sicuramente avremo finanziamenti ridotti che porteranno a ridimensionare o riorganizzare tutti i servizi sociali rivolti ai bambini, alle famiglie e agli anziani. Certamente, le difficoltà che oggi ci sono in parte sono dovute alla crisi, in parte sono la conseguenza di scelte sbagliate da parte del Governo regionale (Aeroporto, Area megalitica di S. Martin, Ospedale, ecc..).
Oggi appare indispensabile ridurre i costi, ma non si possono accettare soluzioni che prevedano ridimensionamenti dei servizi, minore qualità, aumento delle quote di contribuzione da parte degli utenti.
È necessario istituire un tavolo di confronto tra le OO.SS. dei pensionati e l’Assessorato alla Sanità e alle Politiche Sociali per discutere delle varie problematiche in tempo utile e per avanzare proposte.
Non è accettabile che gli incontri scaturiscano da nostre richieste e che si concludano con una presa d’atto di decisioni già prese".

"Un ringraziamento particolare ai nostri iscritti e ai volontari - conclude Maiorana - i quali non sono semplici nomi, ma donne e uomini che hanno condiviso le nostre idee e ci hanno permesso di svolgere la nostra attività. Ringraziamo il Comitato Direttivo e i collaboratori che ci hanno sostenuto in questi anni.
Grazie alla Cgil Regionale che ha condiviso con noi idee e progetti e alla Segreteria Nazionale che ci ha sempre sostenuto. Siamo convinti che, come diceva Di Vittorio, “Solo uniti si vince”.

Hanno portato i loro saluti e un contribuito alla discussione Lino Carmello della Cisl, Giorgio Rollandin del Savt Retraités, e i segretari genarali Antonio Fuggetta della Filt, Carmela Macheda della Funzione Pubblica, Katya Foleto dell'Flc, Mauro Filingeri della Filctem, Sara Desandré dell'Inca e Bruno Albertinelli Presidente della Federconsumatori.

La parola è poi passata ai delegati e ha cominciato Lucio Celentano che ha sottolineato come sarebbe importante una vera tracciabilità dei flussi finanziari e dei pagamenti, per potersi difedersi contro la sempre più pesante evasione fiscale "se tutti pagassero veramente le tasse, se ne pagherebbero meno".

Ha preso poi la parola Piergiuseppe Paoloni "quello di Renzi è stato un attacco al mondo del lavoro, è inaccettabile che siano sempre gli stessi a pagare, lavoratori e pensionati. Abbiamo l'abitudine di copiare dagli Stati Uniti di tutto, ma le loro leggi sull'evasione fiscale non vengono prese in considerazione, sarà che sono troppo serie e restrittive? Sarà che noi con il Governo Berlusconi abbiamo abbiamo fatto sparire la legge sul falso in bilancio? Si parla di revisione della spesa e di tagli, siamo costretti a farlo perchè i soldi non ci sono più, se li sono sperperati tutti prima in operazioni e politiche assurde. Basta pensare al ponte sullo Stretto di Messina, e alla società per la sua realizzazione che è ancora in piedi, scorte,auto blu, gli F35, tanti sono gli sprechi, tanti sarebbero i fondi da recuperare se si facessero politiche serie. Invece di cominciare a toccare la sanità, cominciassero i politici a tagliarsi il 50% dello stipendio, cominciassero a controllare le spese vergognose delle Regioni, che hanno dato spettacolo negli ultimi periodi, altro che abolizione delle Province. Bisogna eliminare la vergognosa legge Monti - Fornero, non è possibile che le donne continuino a lavorare fino ai 70 anni".

Andrea Molino ha portato invece la sua esperienza dal Convitto allo Spi "prima ero un educatore e mi occupavo dei giovani, quando sono andato in pensione ho iniziato ad occuparmi dei giovani un po' più maturi.Ho trovato persone dignitose, eccezzionali, che non alzano mai la voce anche quando dovrebbero, che sostengono i figli con la loro pensione, anche se piccola. Il dramma è che molte volte gli anziani non vengono considerati, la loro opinione non viene ascoltata, neanche in famiglia, ed ecco che il sindacato diventa un una casa fondamentale, dove trovare aiuto e conforto.Questo perchè siamo un'organizzazione solidale, che porta avanti con tenacia il ruolo di guistizia sociale, una giustizia che è scritta a chiare lettere nella nostra costituzione e in quella europea. La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana"

Hanno preso poi la parola Igino Priod e  Alessandro Bortot che ha sottolineato come "quando una categoria ha un problema non è problema soltanto di quella categoria, ma della collettività tutta, quando un infermiere subisce un'ingiustizia, oun postino, questa non è soltanto una questione chiusa all'ospedale o alle poste, ma diventa un'ingiustizia di tutti e tutti dobbiamo agire per arginarla o eliminarla. Le organizzazioni sindacali , oggi, mancano di una vera elaborazione collettiva".

Il dibattito è poi proseguito con gli interventi di Stefano Viaggio, Quarello Angelo e Rosetta Bertolin.

Dopo l'intervento del Segretario Regionale Domenico Falcomatà ha chiuso i lavori Mario Sai della Segreteria Nazionale.

"Sono venute meno nel paese le speranze del cambiamento, dobbiamo tornare ad imparare l'arte della misurazione dei rapporti di forza e la conoscenza degli umori del paese. Oggi la speranza di tutti è affidata ad un giovane primo ministro al quale sono state affidate grandi attese, e speranze. Sappiamo però che non sarà possibile rispondere alle speranze di tutti e soprattutto dare risposte a tutti. Dobbiamo lottare contro la madre di tutte le falsità cioè che gli anziani, o meglio "i vecchi" rubano il lavoro ai giovani, quest'idea è diventata comune e questo perchè è crollata l'idea che il patto tra generazioni era legato alla previdenza, oggi il fatto previdenziale è legato alla capacità di risparmiare di ognuno di noi, questo è il veleno profondo della riforma Monti - Fornero. Ripartizione e solidarietà sono i due pilastri sui quali si deve posare la politica previdenziale.
Sono i pensionati, uomi e donne, che hanno lavorato una vita che oggi tengono in piediil nostropaese, il loro risparmio calolato in 300 miliardi di euro, entra nel circuito economico, ed è proprio questo risparmio previdenziale che ha tenuto in piedi i consumi".




Articolo del 20/03/2014

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