L’Idea Malsana che “l’Importante è Lavorare” e il Resto non Conta
È evidente che il tema centrale è il lavoro, ma dovrebbe esser altrettanto importante correlarlo sempre con salario,diritti e rispetto dell’ambiente oltre ai doveri. Ultimamente tali argomenti vengono sempre messi in secondo piano, come se contassero meno, come se all’idea di un lavoro nel complesso “dignitoso” ci fosse ormai una legge di mercato prioritaria che cambi tali parametri al ribasso in funzione della competitività e dell’arricchimento di pochi a discapito di tanti. È diventato cosi comune sentirsi dire “l’importante è lavorare” che diventa quasi superfluo discutere del resto in modo oggettivo, lasciando nel limbo moltissime persone, che anche lavorando entrano i una condizione di povertà, di stenti e/o di condizioni difficili tra orari proibitivi, carichi di lavoro eccessivi e pressioni psicologiche. L’imbarbarimento di tali condizioni denuncia in modo chiaro l’arretramento “culturale” della nostra società che insegue sempre più le regole del capitalismo, che sono pronte a schiacciare qualsiasi forma di tutela a cominciare dal potere d’ acquisto del salario ai diritti individuali.
L’unica nota positiva, degli ultimi anni, è rappresentata dal decreto legge 81 che ha imposto maggiore attenzione nell’ ambito della sicurezza sul lavoro. Allora cominciamo prima a parlare di condizioni regolando in modo più rigido i minimi salariali, le forme contrattuali ( eliminando almeno il lavoro precario continuativo ), i diritti e la tutela ambientale in quanto rischiamo, tra qualche anno, di aumentare l’occupazione ma di trovarci ripiombati in uno stato “da terzo mondo” dove la sopravvivenza diventa la forma predominante del nostro futuro.
Mauro Filingeri
Segretario confederale CGIL VdA
Articolo del 27/10/2013
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