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L’inerzia della Regione dinanzi alle decisioni dell’Università della Valle d’Aosta


I sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Snals e Savt École esprimono profonda indignazione e seria preoccupazione per la persistente inerzia politica della Regione di fronte alle decisioni prese dall'Università di non attivare i corsi abilitanti 30/36/60 CFU necessari per conseguire l’abilitazione all’insegnamento, nonostante i numerosi e i costanti solleciti pervenuti da parte delle scriventi sin dall’agosto 2024.

Tali decisioni hanno determinato innumerevoli disagi, costringendo molti aspiranti a migrare nei posti più disparati fuori dalla Valle d’Aosta.

Da mesi, le scriventi rappresentanze sindacali hanno segnalato con insistenza una serie di problematiche legate ai suddetti corsi che, come previsto, stanno compromettendo seriamente la carriera lavorativa e le condizioni economiche e di lavoro dei docenti precari nonché la qualità dell'offerta formativa nelle singole Istituzioni scolastiche.

Nonostante i numerosi incontri, le lettere formali e le pubbliche denunce, l’Università della Valle d’Aosta e la Regione, che, ricordiamo, è presente nel Consiglio dell’Università con il Presidente della Regione e l’Assessore all’Istruzione, hanno scelto di non attivare i corsi, ignorando le preoccupazioni ripetutamente presentate dai sindacati e ignorando le legittime esigenze di chi vive e lavora nelle scuole valdostane. Abbiamo considerato questa decisione, sin dall’inizio, inaccettabile ritenendo che, fatta salva l’autonomia decisionale dell’Ateneo in campo didattico, che nessuno mette in discussione, l’Università della Valle d’Aosta dovrebbe anche – e soprattutto – rispondere alle richieste del nostro territorio.

L'Università della Valle d’Aosta rappresenta un pilastro per la formazione delle future generazioni e per la produzione di conoscenza. Le decisioni unilaterali e discutibili prese dall'Ateneo, unite alla totale assenza di un intervento da parte delle autorità regionali, hanno creato un clima di incertezza a tutto danno della categoria più penalizzata dei docenti, quella dei precari.

Ci aspettiamo che la Regione eserciti il proprio ruolo di garante e promotore del diritto all'istruzione di qualità, intervenendo con urgenza per aprire un tavolo di confronto e trovare soluzioni concrete alle problematiche evidenziate, sia nella situazione contingente sia per il futuro. Non possiamo permettere che l'Università venga indebolita da un disinteresse politico che ne mina le fondamenta.
 

Articolo del 12/06/2025

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