L'intervista a Gianni Venturi, segreteria Fiom nazionale
“Una fase importante per i lavoratori metalmeccanici, dove all'orizzonte c'è il rinnovo del contratto nazionale e dove ci si troverà a misurarsi con le scelte economiche -politiche del Governo”. A parlare è Gianni Venturi, segreteria nazionale Fiom, in Valle d'Aosta per le assemblee che si sono svolte con i lavoratori della Cogne Acciai Speciali.
Segretario Venturi, che impressione ha avuto da queste assemblee?
“Un'assemblea importante e partecipata. Lo sciopero del 14 giugno mi sembra che venga vissuta dai lavoratori dell'Acciaieria Cogne esattamente per quello che è, cioè una scelta importante in una fase molto delicata per i lavoratori metalmeccanici del nostro Paese”.
Fusione Renault – FCA cosa comporta questo per le aziende automotive?
“Siamo di fronte a un'operazione i cui contorni non sono ancora del tutto definiti, ma che comunque riguarda la prospettiva strategica del settore dell'automotive nel nostro Paese. È evidente che in quella fusione, se non dovesse entrare Nissan, che è l'unica tra i tre marchi che detiene la tipologia dell'ibrido e dell'elettrico, diventerebbe una fusione tra due debolezze e probabilmente ci sarebbero delle sovrapposizioni che potrebbero mettere in discussione anche l'occupazione e la produzione di Mirafiori e Pomigliano d'Arco. È una vicenda questa dove il Governo deve battere un colpo e fare esattamente come sta facendo il Governo francese, cioè provare a determinare l'orientamento delle scelte politiche per l'industria”.
14 giugno, sciopero generale unitario dei metalmeccanici, un appuntamento importante. Viene da chiedersi qual è il futuro dell'industria in Italia?
“Al centro dello sciopero del 14 giugno c'è proprio questo. Il futuro dell'industria manifatturiera del nostro Paese. In particolare dell'industria metalmeccanica. Noi veniamo da anni, in cui in particolare l'industria manifatturiera (e quella metalmeccanica più di altre) ha sofferto della crisi durissima che si è aperta negli anni2008-2009. Abbiamo perso il 25% della capacità produttiva e oltre 350 mila posti di lavoro. Oggi anche se non in maniera del tutto omogenea, c'è una ripresa significativa in alcuni settori. Altri sentono ancora il morso della crisi e la difficoltà di costruire una prospettiva strategica. L'automotive su tutti è un settore in grande difficoltà. È necessaria una strategia industriale per il nostro Paese”.
Articolo del 12/06/2019
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