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Poste Italiane - Verso lo sciopero contro la privatizzazione


 Poste Italiane è l'azienda di servizi più grande del paese. Solo 20 anni fa era considerata con "carrozzone dello Stato", costantemente in perdita ed inefficiente. Oggi l'Azienda ha bilanci floridi, ha diversificato le attività, è un'eccellenza riconosciuta in molti settori e distribuisce consistenti dividendi ogni anno al Ministero dell'Economia e Finanza, azionista di riferimento.

Merito di questo cambiamento è in primo luogo da attribuire alle lavoratrici e ai lavoratori che sono stati capaci di dare gambe all'innovazione e hanno rappresentato un interlocutore di fiducia per i clienti e per i cittadini. Per questo motivo nessuno più delle lavoratrici e dei lavoratori ha diritto di chiedere al Governo che l'azienda non sia totalmente privatizzata, ricordiamo che il 35% non è più pubblico dall'anno scorso.

Il Governo Nazionale non ascolta, ha sospeso in questi giorni l'operazione, ma tiene efficace il decreto che stabilisce la cessione dell'ulteriore quota del 30% ad azionisti privati e la cessione rimanente del 35% a Cassa Depositi e Prestiti.

Le Organizzazioni Sindacali Slp Cisl e Slc Cgil, hanno quindi deciso di proclamare un'intera giornata di sciopero generale per venerdì 4 novembre 2016

Per quanto riguarda la Valle d'Aosta la riorganizzazione del settore prettamente postale verrà avviata nel corso del primo trimestre del prossimo anno e comporterà la consegna della posta a giorni alterni sulla nostra Regione e conseguentemente una riduzione dei posti di lavoro che, ad oggi, andrà ad impattare sulle assunzioni a tempo determinato.

"Questa riorganizzazione - sottolineano le Organizzazioni Sindacali - là dove è partita non ha portato né un aumento di efficienza né soddisfazione da parte dei cittadini. La Posta va recapitata tutti i giorni e la riorganizzazione deve essere fatta con investimenti mirati alla qualità del servizio, all'efficienza delle consegne, alla valorizzazione della straordinaria rete logistica aziendale".

Nessuna attenzione inoltre è stata riservata per la nostra Regione agli uffici postali, rischiano infatti la chiusura quelli in zone poco funzionali dove è minore il rendimento, ma che per noi sono fondamentali per la copertura dell'intero territorio regionale e corrispondono ai Comuni nelle vallate.

"Da tempo lamentiamo una carenza di personale - continuano Slc Cgil e Cisl Slp - legato alle uscite per pensionamento o esodo che non vengono rimpiazzate.A tutt'oggi l'Azienda non ha dato nessun tipo di disponibilità alla loro sostituzione. Tutto questo porterà inevitabilmente ulteriori disagi penalizzando il servizio quotidiano. Ciò che oggi interessa realmente a Poste Italiane è l'aspetto finanziario a discapito del resto".

A partire da domani, 21 ottobre, partiranno su tutto il territorio regionale le Assemblee dei Lavoratori per discutere della situazione in essere, per spiegare le motivazioni che hanno portato alla proclamazione dello sciopero e per decidere ulteriori azioni da mettere in atto.

"Poste è un patrimonio di tutti i cittadini - concludono Cisl Slp e Slc Cgil - non si possono chiudere uffici postali solo perchè in zone disagiate, non si può continuare ad ignorare la necessità di personale agli sportelli e non si può trattare il lavoratore postale come fosse un venditore a cottimo, spinto solo a collocare prodotti in un insana ed inefficace rincorsa all'obiettivo di budget".

Articolo del 20/10/2016

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