Presidio pensioni, oltre un migliaio di volantini distribuiti al sit- in ad Aosta
"Ancora una volta la rivalutazione delle pensioni viene messa sotto attacco per una pura operazione di cassa. Il governo nazionale mette le mani nelle tasche dei pensionati e presenta loro il conto della manovra finanziaria". I sindacati valdostani (SPI Cgil, Fnp-Cisl, Uilp e Savt ), come i colleghi del nazionale, sono stati promotori del presidio che si è svolto ad Aosta, come in altre località d'Italia, venerdì 28 dicembre in Place des Franchises. Oltre un migliaio i volantini distribuiti durante il presidio di Aosta e numerosi i cittadini che si sono fermati per essere informati. Per le organizzazioni sindacali valdostane: "la manovra finanziaria in tre anni sottrae 2,5 miliardi di euro dalle tasche dei pensionati, intervenendo nuovamente sull’adeguamento delle pensioni all’inflazione. É il momento di dire basta di usare i pensionati come bancomat del Governo. Si fermino ed evitino di produrre un ulteriore danno verso pensionate e pensionati che hanno lavorato per una vita e che hanno versato i contributi". "Tre volte il minimo – entrano nel dettaglio le organizzazioni sindacali– significa 1.500 euro lordi al mese, ovvero 1.200 euro netti. Fino a 5 volte significa 3.000 euro lordi, ovvero un assegno di 2.400-2.500 netti al mese. Non parliamo di pensioni d'oro: parliamo di pensioni medie, di persone che già sono state impoverite, e lo saranno ancora di più: il blocco della rivalutazione fu introdotto nel 2011 da Monti, e oggi viene ribadito dal governo Lega-Cinque Stelle. Con l'accordo del 2016 – continuano – avevamo riconquistato il meccanismo del 2000 di rivalutazione, più equo. E dunque c'è un netto peggioramento della situazione. Un pensionato perde oggi a causa del blocco della rivalutazione, ma perde anche per il futuro, perché considerando l'aspettativa di vita e l'inflazione vede ridursi il potere d'acquisto della sua pensione”.
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Video-intervista Domenico Falcomatà segretario Spi Cgil Valle d'Aosta
Articolo del 29/12/2018
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