Rai, Fasi o non Fasi questo è il problema!
È chiaro che il Fondo Assicurativo Sanitario dei dipendenti della Rai vive da tempo una situazione di blocco.
Nel 2015, tra le varie questioni concordate tra le parti, le segreterie nazionali con la Rai stabilirono l’allargamento a tutte le organizzazioni firmatarie l’accordo sulle relazioni sindacali l’accesso agli organismi degli enti bilaterali, tra questi Fasi.
Da allora, anche una commissione di delegati dell’assemblea Fasi (eletti dai lavoratori), elaborarono una bozza di riforma dello Statuto, sia per consentire l’accesso a tutte le organizzazioni sindacali al Consiglio di Amministrazione, sia per rivedere un impianto statutario superato dalla legislazione intervenuta successivamente alla costituzione del Fondo, tentativo bruciato dalla mancata volontà del Consigliere Anziano (facente funzione del Presidente) di convocare una assemblea straordinaria.
A questo ritardo formale, si aggiunge quello sostanziale, la mancata decisione sul futuro della polizza assicurativa (in scadenza al 31-12-2019): gara d’appalto, prestazioni e costi.
Questione, quest’ultima, che ha anche un peso di carattere normativo, dovendo le parti sciogliere il nodo, sempre nello Statuto, sulla personalità giuridica del Fondo e sul ruolo delle Fonti Istitutive (Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Snater e Rai).
Infatti, sino ad oggi, per superare i deficit (statutari) del Fondo Fasi si passava attraverso un broker che provvedeva ad assegnare la gestione ad un fondo a norma di legge (oggi RBM), il quale a sua volta assegnava ad una assicurazione (Previmedical) le prestazioni, un giro disfunzionale e oneroso che serviva a sopperire ad una carenza regolatoria che doveva essere già risolta.
Oggi, nonostante mesi di discussioni, la richiesta formale pervenuta dall’assemblea del 31 gennaio 2018 di modifica statutaria, le innumerevoli critiche portate dai lavoratori sulla qualità delle prestazioni, le sollecitazioni delle scriventi organizzazioni sindacali, le formali richieste espresse dai Revisori dei Conti sugli atti compiuti dal Consigliere Anziano, ci si trova con un assetto, di fatto, bloccato.
Nel Consiglio del 22 marzo, la maggioranza del Consiglio di Amministrazione (Cgil, Uil e Rai), dopo aver evidenziato lo stallo, al fine di recuperare una condizione di operatività e collaborazione tra le Fonti Istitutive, ha chiesto al Presidente (di provenienza Cisl) di fare un passo in
dietro rimettendo il proprio mandato, perché i tempi stretti e le molte scelte da compiere non consentivano ulteriori ritardi.
Purtroppo, a 10 giorni da quell’avvenimento, l’ex consigliere anziano (forse perché…non più anziano) non ha ritenuto di rimettere il proprio incarico in conseguenza della sfiducia ricevuta dalla maggioranza del C.d.A.
Giova ricordare che lo stesso si fece eleggere Presidente in una seduta estemporanea, convocata per il 21 dicembre, con email inviata alcuni minuti prima della mezzanotte del 19 dicembre, (mentre tutti erano in partenza per le vacanze di Natale), ottenendo due voti a favore (il proprio e quello del Consigliere Snater unici presenti fisicamente) e l’astensione del componente della Rai (collegato in conference call).
Persiste quindi un blocco che impedisce di intervenire sullo Statuto e sulla necessaria gara
Articolo del 03/04/2019
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