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Riaprire le graduatorie per garantire il funzionamento della scuola valdostana


Abbiamo letto con stupore le incredibili e inqualificabili dichiarazioni dell’assessore regionale all’istruzione uscite nei giorni scorsi sui media locali. Chantal Certan afferma con sicurezza che la tempistica delle nuove graduatorie non è compatibile con l' avvio dell’anno scolastico e che quindi la scelta fatta da lei e dalla Giunta regionale è chiara: quest’anno, unica regione italiana, le graduatorie non saranno aggiornate e si rimanderà tutto al prossimo anno scolastico.

In primo luogo, riteniamo sbagliata questa scelta nel merito. Le graduatorie di cui si sta parlando sono quelle dei cosiddetti “supplenti” di seconda e terza fascia (cioè quelle dei docenti con e senza abilitazione), fino allo scorso anno a carico dei singoli istituti scolastici. Nella scuola italiana, come anche nella scuola della Valle d’Aosta, la quota di supplenti nelle scuole è purtroppo estremamente significativa, intorno, se non oltre, al 20%: stiamo parlando di duecentomila posti a livello nazionale e di circa 500 a livello regionale. Siccome le graduatorie ad esaurimento (GaE) sono per la maggiore parte ormai esaurite, quasi tutti i supplenti provengono oggi da quel bacino.

Aggiornare quelle graduatorie non è solo un atto formale, ma permette l’inserimento delle nuove persone con titoli (a partire dai tanti laureati dal 2017 ad oggi), nonché il trasferimento dei docenti da graduatorie dal restante territorio nazionale a quelle della Valle d’Aosta e viceversa. Impedendo, quindi, la mobilità non tanto in uscita quanto in entrata. Considerata la mancanza in talune classi di concorso di aspiranti con i titoli, si costringe le scuole a chiamare per ricoprire tali incarichi persone senza titolo, inficiando, in taluni casi, la qualità dell’insegnamento. Inoltre l’aggiornamento consente di eliminare chi non è in realtà più presente nel territorio (velocizzando le procedure di chiamata effettiva), inserisce una nuova specifica graduatoria per le supplenze relative ai posti di sostegno, destinata ai docenti specializzati, permette l’impiego di criteri oggettivi per l’assegnazione dei posti, superando in maniera significativa le MAD (le chiamate dirette da parte dei singoli DS), per le quali era già stata chiesta la costituzione di un’ipotetica quarta fascia per garantire una certa trasparenza. Costruire una nuova graduatoria aggiornata a livello regionale, in poche parole, permette una selezione e una scelta dei supplenti più rapida e migliore per i lavoratori e per le lavoratrici interessate come per la scuola nel suo insieme.

Aggiornare le graduatorie è un atto democratico, in quanto la decisione di non riaprire le graduatorie è un’azione fortemente discriminatoria sia nei confronti di tutti quei giovani che oggi si affacciano al mondo del lavoro (e avendo acquisito il titolo, vogliono intraprendere seriamente la carriera dell’insegnamento) sia nei confronti dei precari che devono aggiornare i punteggi. Inoltre la mancanza dei nuovi inserimenti di personale con titolo comporterà l’aggravio di lavoro per le segreterie costrette a chiamare persone che hanno semplicemente inviato un curriculum.

L’assessore all’istruzione, nelle sue dichiarazioni, ha richiamato la continuità didattica. Buffo (per usare un eufemismo) se non offensivo, che - sulla questione delle graduatorie per i precari- un esponente del potere politico richiami la centralità della continuità educativa. Quella continuità che strutturalmente non esiste proprio per questi docenti (licenziati ogni anno il 30 giugno o il 30 agosto, spostati ogni anno di classe e di scuola). Quella continuità strutturalmente messa in discussione, eppure negli anni l'elenco delle supplenze è aumentato considerevolmente. Questo dovuto al fatto che si sia deciso di non assumere stabilmente personale nuovo, nonostante ci siano le condizioni per farlo. Quella continuità non tenuta in minima considerazione proprio il mese scorso, con la scelta di rimandare ulteriormente il concorso nazionale per stabilizzare i precari (che avrebbe potuto ridurre i posti scoperti), senza che dalla Valle d’Aosta emergesse nessuna particolare voce contraria. Costruire oggi, in quest’anno scolastico, le graduatorie territoriali, oltre che migliorare le procedure di chiamata dei supplenti, permetterà anche di mantenere le stesse scadenze e periodicità del sistema scolastico nazionale, rendendo più semplice e lineare per tutti la procedura periodica nei prossimi anni.

La Regione, oltretutto, sapeva da oltre sei mesi che sarebbe arrivato questo aggiornamento delle graduatorie. È infatti previsto dall’articolo 1-quater del decreto 126/2019, che modifica la legge n. 124/1999. Certo, il Ministero dell’Istruzione si è dimostrato spesso incerto (con la pandemia e il concorso precari in discussione) sui tempi e sulle modalità di questo aggiornamento. Però questo lungo preavviso avrebbe dovuto permettere all’Assessorato di attrezzarsi per tempo, predisponendo le strutture e le procedure per svolgerlo durante l’estate e dovendo tra le altre cose prevedere modalità autonome (essendo amministrativamente autonomi dal sistema scolastico nazionale), anche con procedure cartacee se non si riuscisse in tempo a predisporre un sistema informatico, come a livello nazionale. Se, nonostante questo lungo preavviso, non ci si è attrezzati ( e se la Regione non è capace di gestire la propria autonomia scolastica. Ne è dimostrazione il fatto che l’impegno di spesa di 70 milioni di euro è stato stanziato solo ora e non nella finanziaria 2020 per l' organizzazione della piattaforma informatica destinata alle graduatorie), i costi non devono ricadere sui lavoratori e sulle lavoratrici, o sul funzionamento della scuola nel suo insieme.

Infine, questa dichiarazione ci appare tanto più grave e sorprendente, in quanto solo 48 ore prima il Consiglio Regionale ha approvato un ordine del giorno che andava in direzione esattamente contraria. Il testo infatti impegna la giunta regionale, "al fine di dare risposte ai docenti precari valdostani, già fortemente penalizzati e in stato di notevole preoccupazione, e di non attuare comportamenti differenti dal MI con conseguente disparità di trattamento rispetto ai colleghi del resto d’Italia, a voler predisporre immediatamente tutte le azioni finalizzate a consentire il regolare avvio dell'anno scolastico procedendo con il potenziamento delle strutture competenti in vista dell'aggiornamento e della riapertura delle graduatorie in oggetto". Un ordine del giorno approvato, nonostante l’astensione dei consiglieri di “maggioranza”. Una dichiarazione di questo tipo, a stretto giro, opposta a ciò che è stato approvato in Consiglio regionale, non ha che un solo valore politico: quello di svalutare le scelte del Consiglio e di riaffermare, contro quell’indicazione e contro tutti, la scelta politica effettuata dalla Giunta.

Tutte le organizzazioni sindacali valdostane della scuola hanno fatto sapere per tempo la loro totale contrarietà a questa eventuale scelta dell’Assessorato e della Giunta. Una scelta che si dimostra essere l’ennesimo schiaffo in faccia ai lavoratori e alle lavoratrici della scuola, e in particolare ai precari. Tutto in un anno come questo, segnato dall’emergenza sanitaria, con un impegno straordinario e "una didattica di emergenza", portata avanti dai docenti, che hanno comunque cercato di tracciare "un filo educativo" con i propri studenti. L’ennesimo schiaffo in faccia che sedimenta in ogni modo una consapevolezza: nonostante le parole spese da questo Assessore e da questa Giunta, durante i lunghi mesi di chiusura, non c’è alcun interesse, alcuna priorità, sulla scuola (come si evidenzia da tutto il DL 60, e come abbiamo affermato più volte).

Quest’ennesimo "schiaffo" non rimarrà in ogni caso senza conseguenze. Se realmente Assessore e Giunta, nonostante l’ordine del giorno votato, non aggiorneranno le graduatorie, questa scelta peserà sulle relazioni sindacali. Peserà inevitabilmente anche con la ripresa dell’attività scolastica che non potrà che esser segnata da una diretta ed esplicita conflittualità. È chiaro come scelte politiche di questo tipo vadano nella direzione di svalutare la scuola: dalle graduatorie alle risorse a disposizione per la riapertura. 

Articolo del 03/07/2020

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