Rsu Rai Valle D’Aosta: “Preoccupati per il futuro del servizio pubblico territoriale”
I lavoratori e le lavoratrici della sede RAI Regionale per la Valle d’Aosta esprimono tutta la loro preoccupazione sul futuro del servizio pubblico territoriale in merito alle recenti scelte aziendali, sostenendo quanto affermato nel comunicato unitario delle sigle sindacali RAI del 6 gennaio 2022.
La cancellazione della terza edizione della TGR ha avuto un esiguo risparmio derivato dai turni maggiorati che riguardano principalmente il personale tecnico e di segreteria, e ha portato soprattutto una riduzione dell'offerta proposta dal servizio pubblico sul territorio.
I lavoratori e le lavoratrici della Sede RAI Regionale per la Valle d’Aosta e di Rai Way evidenziano e vedono con preoccupazione come l’attuazione dello switch-off, dovuto all’adeguamento delle frequenze di trasmissione volto ad aumentare lo spazio destinato al 5G, abbia evidenziato una grave situazione di oscuramento parziale del mux francofono.
A seguito del bando europeo per l’assegnazione delle frequenze, RaiCom ha perso la gara e i diritti di ritrasmissione del mux francofono (FR2 RTS TV5), servizio finora erogato da Rai Way. A partire dal 3 gennaio 2021 questi diritti sono in mano ad EI Tower, azienda nata da un ramo del gruppo Mediaset. La copertura sul territorio valdostano di EI Tower è circa del 74%, ossia l’asse centrale della Valle.
Rai Way, avendo una sede operativa in Valle d’Aosta, garantisce invece un servizio di copertura del 99,9% del territorio, coprendo anche quelle vallate a rischio di spopolamento. Tutto ciò anche grazie all’investimento di risorse pubbliche statali e regionali passate. Esprimiamo forte perplessità sul fatto che la Convezione Stato – Regione per la tutela della lingua francese, prorogata ufficiosamente fino a ottobre 2022, ad oggi non ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, non abbia preso in considerazione questi aspetti, soprattutto in una fase, in cui è in corso il rinnovo del Contratto di Servizio.
La cronica mancanza di risorse umane, investimenti tecnologici e un piano serio di digitalizzazione della Teca, contenente 40 anni di produzione regionale, sono campanelli d’allarme che i lavoratori e le lavoratrici della sede regionale valdostana non possono ignorare. Pertanto viene da chiedersi se la scelta di aver rinunciato a una parte cospicua della suddetta Convenzione, oltre al gettito economico che questa comporta, sia espressione da parte di RAI di una mancata tutela verso la lingua francese e le altre minoranze linguistiche, fondamentale per un adeguato servizio pubblico per la Valle d'Aosta.
Articolo del 17/01/2022
|