Sanità, ospedale nuovo? Meglio un polo della salute in Valle d'Aosta
Il Piemonte ha intrapreso in questi ultimi anni un corposo piano di rinnovamento dell’edilizia ospedaliera. Si punta alla costruzione di nuovi ospedali più che alla ristrutturazione di quelli già esistenti, come nel caso dei nosocomi di Asti e di Alba. Nei prossimi anni le nuove costruzioni non riguarderanno soltanto il Parco della salute di Torino e la Città della salute di Novara, ma sono già stati finanziati gli ospedali di Moncalieri e di Verbano-Cusio-Ossola. Ultimamente anche nel vicino Canavese, si è riaperta la discussione sullo spostamento dell’ospedale dal centro della città in un' altra sede. Nella nostra regione si era iniziato a parlare della costruzione di un nuovo presidio ospedaliero nel lontano 1991 e già allora si erano spesi 250 milioni per uno studio di fattibilità per l’unificazione delle strutture ospedaliere. Sono passati quasi 30 anni e la Giunta ha nuovamente commissionato uno studio per la valutazione costi/benefici sull’ampliamento dell’ospedale Parini, visto i recenti ritrovamenti archeologici nell’ area adiacente. Costo dello studio: 120 mila euro. Nel frattempo in Versilia, nel 2002, si e’ inaugurato il primo Smart Hospital, situato all’interno di una pineta di 10 ettari, in sostituzione di quattro presidi ospedalieri con un investimento di 100 milioni di euro. L’ospedale è stato costruito in 5 anni. Sei piani per 250 metri in larghezza. Al piano sotterraneo un parcheggio per 1000 posti auto; seguono un piano ammezzato e quattro piani in superficie con 600 posti letto in camere singole o doppie . La vera innovazione sono i percorsi separati per i dipendenti , i visitatori, le emergenze, le merci. Da due scale mobili si accede al piano sociale (bar, ristoranti), aperto al pubblico senza entrare in contatto con la parte sanitaria.Tutti i trasporti interni sono automatizzati:dalla consegna della biancheria al cibo. Negli ospedali ormai il futuro parla sempre di più di Day Hospital. Se fino a poco tempo fa le strutture erano pensate per accogliere i malati (l’80% degli spazi era infatti dedicato alla degenza) adesso la tendenza è opposta. Grazie all’evoluzione della tecnologia, infatti, spazi sempre più consistenti vengono occupati dalle attrezzature per la diagnostica e per le terapie, e dalle sale operatorie. Dare maggior spazio ai Day Hospital significa migliorare in modo deciso la resa della “macchina ospedale”. Negli ospedali moderni si cercano di ridurre i trasporti verticali, spesso fonte di disagi e intoppi, e gli ammalati non devono percorrere più di 100 metri per raggiungere le sale operatorie o le sale diagnostiche. Non più reparti ma zone divise in base alla gravità del quadro clinico dell’ ammalato. Gli studi medici sono collocati fuori da queste aree e assemblati tra loro per facilitare lo scambio di conoscenze e riflessioni. Le camere sono singole con annesso bagno privato per un maggior benessere del paziente e per ridurre le infezioni. Secondo Maurizio Mauri, presidente del centro nazionale per l’edilizia e la tecnica ospedaliera , un ospedale con queste caratteristiche – di dimensioni medie - costa circa 130 milioni di euro, ma grazie alle prestazioni erogate e al risparmio generato dalla maggior efficienza, il rientro dei costi è previsto in periodi brevi, non più di 3-4 anni . La politica regionale valdostana dovrebbe pensare con lungimiranza alla realizzazione di un polo della salute, in cui trovare un ospedale 4.0 (magari con un asilo nido aziendale) che non potrà essere una cattedrale nel deserto, ma che dovrà essere frutto di una riorganizzazione complessiva dei servizi sanitari inserendo in questa struttura ambulatori dei medici di famiglia aperti h12, centri di riabilitazione, rsa, spazi per la libera professione, consultori e tutti i servizi amministrativi che a oggi sono sparsi caoticamente sul territorio.
Articolo del 17/12/2019
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