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Scuola, Flc Cgil: 'Affermazioni inesatte da parte dell'assessore Certan'


In relazione alla risposta data dall’Assessora Certan alla lettera inviata dalla FLC alle famiglie valdostane, apparsa sulla Vallée Notizie dell’8 agosto 2020, si sottolinea un’inesattezza affermata dalla signora Certan, in relazione al personale scolastico. Non è proprio corretto affermare che “non abbiamo giurisdizione” sul personale scolastico e che bisogna attendere una presa di posizione del Ministero per la sostituzione fin dal primo giorno, in quanto, in base art. 5 della L. R. n. 18/2005 “per l'innalzamento dei livelli dell'offerta formativa nella scuola valdostana, le dotazioni organiche, complessiva e funzionale, sono definite annualmente dalla Giunta regionale, sulla base dei criteri preventivamente stabiliti sentite le organizzazioni sindacali scolastiche, al fine di consentire la copertura del tempo mensa, la contemporaneità dei docenti, l'insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria, la copertura delle supplenze brevi nella scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, la realizzazione di particolari progetti di innovazione, secondo quanto stabilito dall'articolo 19 della legge regionale 26 luglio 2000, n. 19 (Autonomia delle istituzioni scolastiche), il funzionamento delle scuole nei comuni di montagna e l'integrazione degli alunni diversamente abili e di quelli stranieri.” Pertanto, questo articolo permette alla Regione di ampliare l’offerta formativa e, di conseguenza, l’organico a seconda delle necessità e, in questa situazione, le esigenze sono più che giustificabili. Inoltre, non si può gettare le responsabilità a livello nazionale o si è in grado di governare l’autonomia o non si è in grado e la politica scolastica di questi ultimi mesi dimostra quest’ultima possibilità. Ne è dimostrazione anche la mancata riapertura e l’aggiornamento delle graduatorie di istituto previste per quest’anno: al contrario della Valle d’Aosta, sul resto del territorio nazionale sono state aperte e hanno garantito le supplenze sin dal primo giorno di scuola, se questo sarà vero si palesa un chiaro mal funzionamento della macchina amministrativa che, in una regione piccola come la nostra, non è comprensibile (Si pensi che alcune province devono gestire un numero notevolmente superiore di insegnanti rispetto a quello della Valle d’Aosta).
A parte questa “svista amministrativa”, resta il nodo centrale della rivendicazione: non sono date risposte di lunga durata, si sono solo tamponate delle emergenze che non sono emerse da oggi, ma sono ormai “storicizzate nella scuola valdostana”. Ne è un esempio l’ultimo provvedimento in relazione all’assunzione, fino a dicembre, dei bidelli (contratto eventualmente prorogabile) senza andare a risolvere una questione di carenza di personale ausiliario sottolineata da diversi anni e, in questo caso, la Regione non deve attenersi a prese di posizioni nazionali. Ma finché la politica valdostana ragiona esclusivamente con logiche di intervento solo di tipo economico e la scuola non viene considerata una priorità e quindi un investimento strategico, allora al Sindacato, accanto ai lavoratori e a tutta la comunità scolastica, non resta che mobilitarsi.
 

Articolo del 09/08/2020

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