Si salvi chi può
La fine dell’anno è anche un momento per stilare bilanci. A gennaio abbiamo concluso il percorso congressuale con l'elezione di Maurizio Landini segretario generale. Un anno, nella nostra regione, che ci ha visti impegnati nell'affrontare crisi che hanno investito diversi comparti: dall'edilizia che non decolla, alla sanità, alla quale non si riesce a dare una risposta organica e l'industria che continua a perdere pezzi. Si sente vociferare di una leggera ripresa, che però non si è tradotta in occupazione stabile e anzi c'è un aumento del precariato. Tutto questo in una regione con una buona parte della classe politica che con la fine dell' anno ha dimostrato la propria incapacità anche nel fare il suo dovere. Da anni come Cgil non facciamo altro che spronare la classe dirigente politica anche con proposte costruttive. Ma il livello di opportunismo e di lassismo è tale da far pensare che ormai in Place Deffeyes il motto sia “tanto per campà”. Cambiamenti di poltrone e di casacche politiche, che in ambito calcistico, per esempio, sono all’ordine del giorno, ma che in politica risultano incomprensibili. Cos’è che spinge questa gente a cambiare casacca e a tradire l’elettorato che li ha votati? Immaginiamo già la loro risposta. La politica valdostana deve mettere al centro dell'agenda il benessere degli abitanti questa regione, il lavoro e la legalità.
Non si può continuare a far finta di nulla e a pensare di restare incollati alle poltrone, millantando un “bene per la Valle d’Aosta“ che ormai è diventato un dileggio.
La Valle d’Aosta merita di essere rilanciata e di crescere, non sbeffeggiata. Siamo convinti che la magistratura farà il suo corso, visto che le inchieste purtroppo non mancano. Intanto qualche “mea culpa” da parte dei nostri politici non guasterebbe. Sarebbe gradito un passo indietro deciso, questa volta sì per il bene della Valle d’Aosta e dei valdostani. Mandare una Regione in esercizio provvisorio è l’atto finale di una politica raffazzonata ormai alla canna del gas.
D’altronde, anche alla luce delle ultime inchieste, questa classe politica è moralmente delegittimata. Altro che autosospensione dai movimenti politici di appartenenza, a casa e anche veloci, prima che sia troppo tardi. Sperando che non lo sia già, visto che il sistema economico di una regione ruota anche intorno alla politica, che dovrebbe essere attenta alle esigenze del territorio e concentrarsi sulle emergenze, che vanno dalla crisi del lavoro (edilizia,industria), sanità, politiche sociali, trasporti, istruzione e turismo.
Ci si augura che il 2020 sia un anno di svolta per la nostra regione, perché questo 2019 sembra un “bollettino di guerra” se si pensa alle centinaia di cassaintegrazioni e ai malumori che emergono in tutti i settori.
Articolo del 01/01/2020
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