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Slc Cgil contro la discriminazione femminile: 'Le parole dette male hanno un loro peso'


Dopo le parole non adeguate nei confronti delle donne, utilizzate dal conduttore televisivo Amadeus, arriva la dichiarazione da parte della Segreteria Nazionale Slc-Cgil, che invita le grandi professionalità presenti in RAI a dimostrare maggiore attenzione ogni qualvolta che si toccano temi sensibili, come le questioni di genere e le discriminazioni contro le donne. La segreteria nazionale dei lavoratori della comunicazione Cgil riprende e rilancia le parole usate da un gruppo di lavoratrici della categoria di Roma e del Lazio sul tema. Anche dalla Cgil Valle d'Aosta, Barbara Capelli, segretario generale regionale Slc, nonché come delegato per le Pari Opportunità Cgil, sostiene e rilancia le parole della segreteria nazionale: "Le parole sono importanti, sia quelle dette male, sia quelle non dette. È giusto e corretto che la Slc non taccia sulla superficialità delle dichiarazioni fatte dal conduttore Amadeus nella conferenza stampa di Sanremo 2020 a proposito delle dieci coconduttrici “tutte bellissime” ed in particolare di Francesca Sofia Novello, scelta per la sua “capacità di stare vicino ad un grande uomo stando un passo indietro”. Le polemiche e le gaffe hanno sempre caratterizzato il Festival di Sanremo ma, proprio per questo, le scelte artistiche e la risonanza stessa che la kermesse canora acquista in Italia e nel mondo, diventa racconto del nostro paese, dei costumi e della cultura italiana. Sia chiaro alla Direzione Generale, alla Direzione Artistica del Festival e ai telespettatori che la bellezza è un valore universale che va esaltato in ogni sua forma e definizione. Non si tratta qui di condannare la bellezza femminile ma è opportuno chiedersi se la presenza di così tante donne “bellissime” sia stata davvero la scelta migliore per riscattare quel concetto non sempre velato di discriminazione femminile, che vede le donne “un passo indietro” agli uomini. Concetto troppo spesso veicolato dai media e, talvolta giustificato, come un semplice fraintendimento. Ma se le parole “dette male” hanno un loro peso, anche le parole non dette possono essere importanti. Le dipendenti del Servizio Pubblico si aspettano che un organo come la Commissione Pari Opportunità Rai monitori da vicino il senso di certe affermazioni e si faccia garante delle questioni di genere, anche in casi come questi". Dalla segreteria nazionale quindi la richiesta che: "in Rai si presti massima attenzione ai temi della diversità, dell’accoglienza e soprattutto alla rappresentazione di genere, che purtroppo viene ancora mortificata da vecchi cliché. Ricordiamo infatti che il Contratto di Servizio ci impone di superare gli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e di rispettare l'immagine e la dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione”.  

Articolo del 27/01/2020

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