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SPI Cgil Valle d'Aosta, Domenico Falcomatà confermato segretario


 Ha avuto luogo venerdì 26 ottobre il decimo congresso dello Spi Cgil Valle d'Aosta, caratterizzato da una partecipazione massiccia, dalla presenza di delegati e di tanti ospiti, che hanno arricchito ancora di più il dibattito congressuale. L'assemblea generale dello SPI Cgil Valle d'Aosta ha eletto Domenico Falcomatà alla guida del sindacato dei pensionati valdostani. Nella sua relazione Falcomatà  ha toccato molti punti inerenti la situazione del nostro Paese e della nostra Regione. Sui problemi della Valle D’Aosta  afferma: “il welfare è ancora di buona qualità, anche se ha risentito della crisi e del forte calo di risorse del bilancio regionale ma, complessivamente il sistema di assistenza socio-sanitaria si mantiene ancora ad un buon livello. In questi anni, insieme alla Confederazione e alle altre sigle sindacali, abbiamo sollecitato il Governo regionale e il Comune di Aosta, affinché si affrontassero per tempo alcune criticità e, in un contesto politico ed economico che ha assunto una deriva particolarmente preoccupante, fossero messi in sicurezza alcuni capisaldi del sistema esistente, chiedendo e ottenendo miglioramenti delle prestazioni socio-assistenziali o salvaguardando l’esistente”. Il segretario Falcomatà sottolinea ancora: “Tuttavia analizzando alcuni dati del bilancio regionale 2017-2018 possiamo vedere che i fondi a disposizione del sistema sanitario e socio-assistenziale subiscono sensibili contrazioni di risorse e che la situazione desta più di una preoccupazione. In particolare per la contrazione di personale e per la presenza di ancora troppi lavotarori precari, di strumentazione e di strutture. Sul settore socio assistenziale vi è una inadeguatezza organizzativa a cui si sta tentando di porre rimedio al fine di scongiurare dispersione di risorse economiche”. E prosegue: “Vi è la necessità di un sistema di tariffe da rendere omogenee, oltre alla necessità di unificare i livelli delle prestazioni regionali (disabilità e centri diurni) e locali (microcomunità). Nel 2016 abbiamo sottoscritto unitariamente come organizzazioni sindacali dei pensionati, confederazioni e categorie, un protocollo d’intesa con l’Amministrazione regionale allo scopo di trovare le soluzioni più adeguate per risolvere le criticità esistenti e con l’ambizione di riscrivere un nuovo modello di welfare che, da una parte desse migliori ed efficaci risposte alle famiglie in termini di qualità del servizio e tariffe, e dall’altra superasse la frammentazione gestionale presente, ottimizzando la qualità del servizio e rendendo più efficiente la gestione ”. Falcomatà tocca anche l'aspetto politico: “ Le vicende politiche di questi ultimi anni hanno pressoché impedito di trovare quelle soluzioni auspicate dalle organizzazioni sindacali e necessarie per dare risposte concrete ai problemi esistenti. Sul settore sanitario ricadono le conseguenze dei tagli che, oltre ad avere risvolti sulle questioni contrattuali, hanno riflessi negativi sulle liste d’attesa, sulla qualità delle prestazioni, alimentando la cosiddetta sanità passiva o inducendo le persone a rinunciare alle cure. Vi è poi un sistema di ticket troppo costoso sia per la diagnostica sia per la specialistica. A tutto questo va aggiunto il lavoro di rete e d’interfaccia tra l’ospedale regionale e il territorio che è sicuramente deficitario e non in grado di dare risposte sufficienti alla nostra comunità”. In conclusione dice: “ La nostra percezione è che siamo di fronte ad un peggioramento del livello di assistenza legato ai tagli delle dotazioni finanziarie. Si avverte, inoltre, quanto questo fenomeno sia forte, ed in controtendenza rispetto al passato, dalla scarsa appetibilità del sistema sanitario valdostano per le alte professionalità mediche e infermieristiche che abbandonano la Valle d’Aosta. Non di poco conto per il personale medico è il blocco che nei fatti esiste di dover superare la prova di francese nei concorsi d’accesso alla professione. Tema sul quale occorre fare una riflessione approfondita”.

UNO SGUARDO ALL'EUROPA E ALL'ITALIA

Il segretario Falcomatà nella premessa della sua relazione prende come spunto di riflessione l'immagine e lo slogan del Congresso del Sindacato pensionati Spi Cgil per fare un excursus storico: "Gli uomini e le donne rappresentate in questa immagine in bianco e nero fanno parte di quelle generazioni che hanno condotto le grandi lotte sindacali di quegli anni per conquistare, in un momento di grande trasformazione del nostro Paese, maggiore giustizia sociale, maggiori diritti sul lavoro, affinché l’Italia potesse diventare un Paese più giusto e moderno. Uomini e donne della CGIL che seppero interpretare quella drammatica fase del nostro Paese, arginando derive antidemocratiche e opponendosi fermamente ai fenomeni di terrorismo di quegli anni. Per tali ragioni quelle donne e quegli uomini, quei giovani, che ora sono pensionati, non si sottraggono ad interessarsi delle sorti del loro Paese e a esprimere rabbia e indignazione, per la deriva neo-liberista di questi ultimi anni che ha consegnato che ha consegnato il Paese alle banche e agli speculatori finanziari, creando gravi disuguaglianze e l’abbassamento dei diritti di lavoratori e pensionati". Qui si fa il futuro è lo slogan scelto per il congresso, perché: "Vi è la necessità di rilanciare con forza la lotta per la pace, per la democrazia, per i diritti sociali e civili e di considerarli come questioni irrinunciabili per affrontare le nuove sfide sempre più globalizzate e in rapida trasformazione".  Poi il segretario sposta la sua analisi sul panorama nazionale ed europeo: "Abbiamo vissuto in questi anni un periodo eccezionale sotto tutti i punti di vista. A partire dalla crisi del 2008 che ha portato con sé una condizione drammatica in tutto il mondo. In Italia la crisi si è manifestata, probabilmente, con più durezza che in altre realtà. L’economia del nostro Paese per le endemiche debolezze del sistema produttivo e per la disparità territoriale tra Nord e Sud ha subìto un crollo, che ha colpito duramente tutto il nostro sistema economico: le imprese, il ceto medio, le fasce più deboli e più fragili della popolazione". E prosegue: "Dal 2008 ad oggi si è assistito a un crescente impoverimento della classe media, dei ceti che consumano e che lavorano e dei pensionati. In sintesi tutte le figure che rappresentano una grande parte della società, ma rappresentano anche l'economia di un Paese. Questa situazione di disagio e sofferenza ha suscitato una reazione che si è tradotta in ribellione, rancore e indignazione verso chi al Governo del Paese non è stato capace di dare risposte ai problemi. Uno fra tutti la mancanza del lavoro, poi la questione delle migrazioni di massa e quella sull'aggravarsi delle diseguaglianze, determinando conseguenze non solo sociali ma anche politiche che tutti noi conosciamo.  In questa situazione l’Europa deve cambiare passo, ma noi restiamo europeisti convinti anche se abbiamo sempre criticato e osteggiato le politiche economiche liberiste e di austerità, senza mai però mettere in discussione l'Unione Europea in quanto tale, consapevoli che questa scelta avrebbe delle ricadute pesanti sui pensionati e sui lavoratori italiani prima che su altri". Si sofferma poi sul lavoro: "Il Piano del Lavoro della CGIL propone una linea di politica economica alternativa, fondata sull’idea dell’investimento pubblico per creare nuova occupazione e il miglioramento della qualità sociale. I Governi, al contrario, hanno diminuito gli investimenti pubblici, hanno scelto di indebolire il sindacato e di ridurre i salari nominali e le tutele sul lavoro, comprese quelle sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. E ancora, hanno scelto di abolire l’articolo 18, di ridurre gli ammortizzatori sociali, di tagliare la spesa sociale". L'obiettivo dello SPI (sindacato pensionati italiani) sarà quello di: "continuare quella sua azione di rinnovamento ed essere capace, come sta facendo, di porsi come sindacato che sa dare risposte, che trova le soluzioni per interpretare i nuovi bisogni che emergono da una società in continuo cambiamento, in cui le persone vivono più a lungo e in maniera più attiva. Una società che si misura con le grandi trasformazioni a partire dall’innovazione digitale che può definirsi senza ombra di dubbio una vera e propria rivoluzione, porterà cambiamenti epocali, non solo nel modo di produrre beni e servizi, nell’organizzazione del lavoro, ma anche nel vivere quotidiano". In conclusione chiosa Falcomatà: "Dobbiamo essere in grado, come SPI e come CGIL, di cogliere fino in fondo quanto le trasformazioni sociali più evidenti, rappresentate dall’invecchiamento della popolazione, possano generare nuovi bisogni, nuovi diritti, patologie e, di conseguenza, poter rivendicare un nuovo stato sociale che sappia farsene carico". Alla fine della giornata, il segretario Falcomatà ha rivolto un ringraziamento a tutte le delegate, ai delegati e a coloro che hanno contribuito all’organizzazione del congresso, agli ospiti presenti, alle associazioni Federconsumatori e Auser per la partecipazione e per gli interventi: "Un grazie a tutti quelli, che con il loro impegno hanno contribuito a rendere il nostro Congresso un momento di vera partecipazione democratica" conclude il segretario dei pensionati della Valle d'Aosta. Durante il dibattito del decimo congresso SPI Cgil Valle d'Aosta sono intervenuti anche Lorenzo Mazzoli, dirigente SPI nazionale e Vilma Gaillard, segretario generale CGIL Valle d'Aosta, che hanno ulteriormente arricchito il dibattito con spunti e riflessioni, incentrate sulle azioni del sindacato e collegate al contesto nazionale-regionale.

 



Articolo del 27/10/2018

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