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TLC-TIM, sindacati: ' Accordi uscite volontarie Art. 4 e quota 100'


Il 26 febbraio si è tenuto l’incontro tra le segreterie nazionali SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCOM-UIL, il Coordinamento Nazionale delle RSU e la Direzione Tim.
Questo incontro doveva dare seguito all’importante accordo, sottoscritto presso il Ministero del Lavoro in data 11 Giugno 2018 dalle Organizzazioni Sindacali Confederali, che ha tramutato la Cassa Integrazione per circa 30.000 dipendenti in Contratti di Solidarietà (CDS) e nel quale si è definita la gestione NON traumatica degli esuberi (circa 4.000 lavoratori), realizzando un’intesa “operativa” per attivare l’art. 4 comma 2 della Legge Fornero (ISOPENSIONE) a cui si è aggiunta, in seguito alle recenti modifiche legislative, la cosiddetta “QUOTA 100”.
Evidenziamo a tutti i lavoratori del Gruppo Tim che, grazie all’accordo “politico” del 11 Giugno 2018, l’Amministratore Delegato - dott. Gubitosi - ha dichiarato nel recente incontro con SLC-CGIL, FISTel- CISL, UILCOM-UIL che NON SARANNO PREVISTE ULTERIORI MANOVRE SUL COSTO DEL LAVORO (non ci saranno esuberi) per il biennio 2019-2020 e quelle che si realizzeranno saranno solo ed esclusivamente uscite su base volontaria.
Accordo ART. 4 LEGGE FORNERO (ISOPENSIONE)
Tim ha esposto in una prima fase il funzionamento tecnico dell’articolo 4 Legge Fornero per poi illustrare nel merito la proposta, che, dopo una serie di modifiche chieste ed ottenute da parte del sindacato confederale (spostamento del numero di aliquote dal 2020 al 2019; una più dettagliata casistica legata alle gravi patologie per uscire in anticipo da Tim; la previsione di un incontro di verifica a fine 2019 a livello nazionale e territoriale) si è concretizzata attraverso 2 accordi distinti e specifici per quanto riguarda l’art. 4 (isopensione).
Il primo accordo permette ai 112 lavoratori rimasti esclusi a Novembre 2018, di poter accedere all’articolo 4 tramite il loro inserimento all’interno delle aliquote dell’accordo dell’ 11 Giugno 2018, portando il numero totale delle potenziali uscite da 4.000 a 4.300.
I 112 lavoratori, potranno accedere all’isopensione a partire dal 1 Maggio 2019, in virtù del fatto che l’INPS aveva già verificato la sussistenza delle condizioni per l’uscita anticipata e quindi sarà solo necessario l’aggiornamento della posizione individuale.
Il secondo accordo sempre relativo alle uscite con art. 4 legge Fornero riguarda la restante platea pari a 4.188 lavoratori, che potranno uscire da TIM nel periodo che andrà dal 2019 al 2020, suddivisi in 2.138 nel 2019, se matureranno i requisiti della pensione di vecchiaia o anticipata entro 31 Maggio 2024 e daranno il consenso entro il 2019; i restanti 2.050 nel 2020 se matureranno i requisiti della pensione di vecchiaia o anticipata entro il 31 Dicembre 2025 e daranno il consenso entro il 30 Novembre 2020.
In entrambi gli accordi su art. 4, TIM si farà carico anche della finestra di 3 mesi che intercorre tra la maturazione del requisito e la corresponsione effettiva dell'assegno pensionistico.
Gli scaglioni di uscita dall'azienda nel 2019 saranno il 1° Luglio ed il 1° Dicembre mentre per il 2020 devono essere ancora stabiliti.
Per le gravi patologie, comprese le malattie degenerative e la tossicodipendenza, oltre che salvavita, certificate entro il 1 Dicembre 2018, è stata prevista la possibilità di uscita già nel 2019 anche per requisiti pensionistici maturati nel 2025 (quindi un anno in più di isopensione).
 
Accordo QUOTA 100
 
Come per l’art. 4, stiamo parlando di uno strumento volontario, inoltre chi maturerà quota 100, potrà sempre optare per l' isopensione.
L’intesa su quota 100, utilizza l’accordo in essere del Novembre 2017 sulle uscite per mobilità volontarie (legge 223/91), le cui aliquote disponibili sono pari a 314 e saranno a disposizione sino al 2021.
Essendo una fuoriuscita anticipata, quindi con minori contributi versati per il calcolo della pensione, l’accordo prevede un intervento economico dell'azienda, calcolato prendendo come base di riferimento il numero di mesi in cui il lavoratore sarebbe stato in isopensione se avesse optato per l’ art. 4.
L’incentivo parte da un fisso minimo di 3 mensilità fino a un massimo di 21.
Il meccanismo di calcolo delle mensilità (comprensive dei ratei di 13ma e premio annuo), avendo come termine ultimo di riferimento il mese di Dicembre 2025 è il seguente: un fisso uguale per tutti pari a 3 mensilità, a cui si aggiungeranno per i primi 12 mesi, 1 mensilità ogni 4 mesi, totale massimo pari a 6 mensilità; mantre dal 13esimo mese al 58esimo mese (Dicembre 2025), 1 mensilità ogni 3 mesi, per arrivare ad un massimo di 21 mensilità, per chi avrà la propria maturazione del diritto alla pensione al dicembre 2025.
I tre accordi sindacali sottoscritti in Tim sono il frutto dell’azione tenace e coerente del Sindacato Confederale senza la quale questo risultato non sarebbe stato possibile!
SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCOM-UIL l’11 giugno 2018 si sono assunte la responsabilità di sottoscrivere un accordo complesso ma di “tenuta” che ha salvaguardato i livelli occupazionali e respinto migliaia di esuberi strutturali che, con gli ulteriori accordi del 26 Febbraio 2019, terminano efficacemente il lavoro svolto relativo a queste materie.
Troppo comodo, da parte di quei sindacati che hanno fortemente contestato gli accordi di Giugno 2018, adesso firmare esclusivamente la parte finale degli accordi per convenienze politico-elettorali!!
Il quadro attuale del settore TLC, si ritrova a fare i conti con il costante calo dei ricavi; è un aspetto dal quale Tim non è assolutamente immune, i dati di bilancio pubblicati il 22 febbraio u.s. lo testimoniano anche ai meno attenti.
In questo contesto difficile, il Sindacato Confederale in Tim sta realizzando importanti e significativi accordi che vanno nella direzione di tutelare migliaia di lavoratrici/lavoratori nel tentativo di restituire loro quel quadro di normalità che si era perso.
Intanto grazie anche alla “pressione” del Sindacato Confederale la nuova Governance mantiene gli impegni precedentemente presi ed ha aumentato le aliquote per le uscite volontarie.
ll prossimo obiettivo del Sindacato Confederale è l’accordo integrativo, come previsto dal Giugno 2018, rispetto al quale il confronto dovrà attivarsi in tempi brevi.
Tim continua ad avere i problemi già noti, al sindacato il compito di affrontare quelli che impattano sulle attività quotidiane dei lavoratori, ed allo stesso tempo richiamare, anche con iniziative pubbliche, chi a Giugno 2018 si è preso formalmente un impegno (Ministro dello Sviluppo Economico) che ad oggi non ha avuto alcun seguito.

 

Articolo del 01/03/2019

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