Vaccini, Spi: 'In Valle d'Aosta campagna a rilento'
“Come si pensa di procedere, tenuto conto che bisogna fare presto, iniziando dal personale sanitario e socio-sanitario e dagli ospiti delle strutture per anziani per poi proseguire con una vaccinazione estesa a tutta la popolazione?”. A chiederlo è il sindacato dei pensionati della Valle d’Aosta in merito alla campagna di vaccinazione partita da pochi giorni anche nella nostra regione. Ma per lo Spi-Cgil non c’è ancora la necessaria attenzione su uno strumento fondamentale per la salute di un’intera comunità. “I primi dati diffusi ancora oggi dal Ministero della Salute sono sconfortanti. Siamo, infatti, una delle realtà meno virtuose del nostro Paese per quanto concerne il numero di persone vaccinate in rapporto alle dosi assegnate. Rischiamo di rimanere il fanalino di coda di tutte le regioni quando, per dimensioni del territorio e l’esiguo numero di abitanti, potremmo essere un esempio”. E rincara: “Se pensiamo poi quanto la Valle d’Aosta stia duramente pagando per contagi e morti, questo dovrebbe indurre senza alcuna esitazione le autorità sanitarie e la politica regionale a considerare il vaccino come una priorità assoluta per salvaguardare la salute, la vita delle persone e per tutelare il lavoro e le attività economiche. È necessario mettere in campo la massima capacità logistica di uomini e mezzi per garantire il diritto alla vaccinazione, unica strada per un progressivo ritorno alla normalità”. Sottolinea lo Spi: ”Facciamo appello al Governo regionale, alle autorità sanitarie e a tutti i soggetti interessati, affinché considerino la vaccinazione la priorità assoluta e che sia il primo punto nell’agenda del governo regionale e delle autorità sanitarie. Ci piacerebbe vedere tra pochi giorni un piano di vaccinazione definito che dia certezze ai valdostani su tempi e modi. E non vogliamo neppure immaginare che la nostra piccola Valle d’Aosta non sia all’altezza della sfida che ci aspetta e magari possa ritornare ad essere un esempio di efficienza. Se così non fosse la nostra vita continuerebbe a essere in pericolo e nello stesso tempo anche il mondo del lavoro sarebbe compromesso più di quanto non lo sia oggi”. E in conclusione le richieste del sindacato: “Per queste ragioni chiediamo di fare presto e di mettere in atto una macchina organizzativa tale da evitare che siano ancora gli anziani a pagare il prezzo più alto di questa pandemia, salvaguardandone la vita”.
Articolo del 08/01/2021
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