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Vertice dei Sindacati dell'Unione Europea - Firmata la 'Dichiarazione di Roma'


"La Confederazione europea dei Sindacati chiede investimenti che rispondano alla creazione di occupazione, investimenti che uniscano innovazione e welfare, buona occupazione e contrasto alla povertà, politica industriale e qualità delle infrastrutture” così Susanna Camusso, Segretario Nazionale della Cgil oggi a Roma durante i lavori del vertice dei sindacati dell'Unione Europea.

Riaprire il dialogo tra le parti sociali, “architrave del modello sociale europeo” e “dar vita ad una politica volta agli investimenti, allo sviluppo economico e alla creazione di occupazione stabile e di qualità”, sono alcuni dei passaggi centrali della "Dichiarazione di Roma", il documento varato dai leader dei maggiori sindacati europei, riuniti oggi presso la sede della Cgil Nazionale a Roma.

Al vertice sindacale europeo, organizzato alla vigilia del summit UE sul lavoro che si terrà a Milano l'8 ottobre, sono intervenuti diversi rappresentanti sindacali di organizzazioni dell'Austria (Ögb), del Belgio (Fgtb e Cgslb), della Bulgaria (Citub), della Germania (Dgb), della Grecia (Gsee), della Francia (Cgt e Cfdt), di Malta (Gwu), del Portogallo (Cgtp-In), del Regno Unito (Tuc), della Spagna (Ccoo e Ugt-E), della Svezia (Lo-S), della Svizzera (Uss) e della Repubblica Ceca (Čmkos), oltre ai dirigenti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e al segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Etuc-Ces), Bernadette Ségol.

L'Europa, per i leader sindacali europei, ha bisogno di voltare pagina rispetto a una conduzione dell'economia basata su politiche di austerità e di solo rigore contabile. Queste politiche si sono rivelate incapaci di condurre l'Europa fuori dalla crisi e hanno, al contrario, provocato la frenata nella crescita economica europea.

Secondo i sindacati europei, dopo anni di crisi economica e di risposte sbagliate, è giunto il tempo di una politica volta agli investimenti, allo sviluppo economico e alla creazione di occupazione stabile e di qualità. Inoltre, come sottolineato dagli interventi, il dialogo tra le parti sociali va rinnovato e rafforzato, oggi, è attaccato e sminuito a livello nazionale ed europeo, nella errata convinzione che rappresenti un freno allo sviluppo. Al contrario un sistema di relazioni ben strutturato ed efficiente è essenziale per costruire le migliori condizioni per l'uscita dalla crisi e per la ripresa economica, attraverso l'individuazione di soluzioni condivise, sia per le scelte dei governi nazionali sia per i contenuti della contrattazione collettiva.

“Innovazione - conclude il leader della Cgil - è per noi, come si disse a Lisbona, economia della conoscenza, senza la quale non c’è innovazione, e green industry, senza la quale non c’è rispetto e futuro del territorio. È qualità del territorio e del vivere, è alta tecnologia che si sposa con la qualità del vivere delle persone. Investimenti che generano buon lavoro e non precarietà, che spostino il peso fiscale dal lavoro alle ricchezze”.

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Articolo del 06/10/2014

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