Carta dei Diritti Universali del Lavoro - Baseotto 'Per un Diritto del Lavoro Degno di Questo Nome'
In una sala affollata di iscritti si è tenuta ieri, giovedì 18 febbraio, l'Assemblea territoriale della Cgil Valle d'Aosta sulla Carta dei Diritti Universali del Lavoro.
Il nuovo Statuto dei Lavoratori, redatto dalla Cgil in 97 articoli, è basato sul principio che i diritti di chi lavora sono universali: dalla maternità al diritto al riposo, dai permessi agli ammortizzatori sociali, dal giusto compenso alla libertà di espressione; diritti che si applicano ai lavoratori indipendentemente dalla tipologia di occupazione e di contratto.
Alla conclusione delle assemblee su tutto il territorio nazionale, a partire dal 19 marzo, sarà avviata la fase della raccolta firme per arrivare alla presentazione di una Legge di iniziativa popolare. Una proposta di legge di rango costituzionale che affronta il cambiamento avvenuto nel mondo del lavoro che oggi vede molte diseguaglianze, discriminazioni e divisioni.
"Questo è un appuntamento molto importante per la Cgil - ha sottolineato Domenico Falcomatà, Segretario Generale della Cgil Valle d'Aosta, aprendo l'Assemblea - un momento di confronto su un documento di fondamentale importanza per tutti i lavoratori. Uno strumento giuridico per ridare dignità e libertà alle lavoratrici e ai lavoratori che sono stati mortificati e colpiti dalle diverse riforme sul lavoro degli ultimi venti anni. Questo nuovo Statuto dei Lavoratori vuole essere una proposta inclusiva per tutelare tutti: precari, lavoratori dipendenti, parasubordinati e autonomi. La Cgil guarda avanti, avanzando proposte precise e concrete e getta lo sguardo su un futuro in cui il nuovo modo di concepire il lavoro non cancelli diritti e dignità per i lavoratori".
Con la consultazione straordinaria, la Cgil chiede agli iscritti di partecipare alla discussione e votare, nelle migliaia di assemblee che si stanno svolgendo nei luoghi di lavoro e nei territori, la “Carta dei Diritti universali del Lavoro”. Una stagione di mobilitazione alla fine della quale verrà licenziato il nuovo Statuto dei lavoratori, arricchito da osservazioni e contributi arrivati da tutto il Paese.
"È da tempo che noi diciamo che le scelte fatte dall'Unione Europea e dal Governo nazionale per uscire dalla crisi sono sbagliate; si è deciso di portare avanti una politica di compressione dei diritti, una politica tesa a penalizzare il lavoro - ha detto il Segretario Nazionale Nino Baseotto - scelte che hanno portato al peggioramento delle condizioni economiche e sociali dei cittadini italiani ed europei. Noi vogliamo che l’Italia esca dalla crisi e per far questo scommettiamo sulla qualità del lavoro e sulla sua valorizzazione. Un lavoro che deve essere cardine della ripresa, che guardi ai giovani e, quindi, al nostro futuro".
Sulla Carta Universale dei Diritti, il dirigente della Cgil Nazionale evidenzia come sia "una risposta agli interventi legislativi sul lavoro di questi ultimi anni".
Un nuovo Statuto per restituire dignità al mondo del lavoro
"Il principio dello Statuto dei Lavoratori del 1970, secondo il quale la Legge doveva tutelare la parte più debole del lavoro, è stato scardinato - conclude Baseotto - abbiamo assistito ad una compressione dei diritti individuali e collettivi. Questa proposta vuole ricostruire in Italia un Diritto del Lavoro degno di questo nome, un diritto che abbracci tutti. Dobbiamo ridare ai lavoratori una dignità che oggi è profondamente offesa, stracciata, inesistente. C’è bisogno di voltare pagina per restituire i diritti fondamentali smantellati ed estenderli a nuove figure. Con la Carta ci ispiriamo alla nostra Costituzione partendo dall’idea che il lavoratore non è una merce, ma una persona che lavora e come tale va tutelata nella sua potenzialità, nel suo sapere e nella sua dignità".
Dopo l'intervento del Segretario Nazionale hanno portato il loro contributo Raffaele Foti della Filcams Cgil, Francoise Chiletti dello Spi Cgil, Stefano Mauro della Flc Cgil, Alessandro Bortot dello Spi Cgil e Stefano Fassoni, della Fisac Cgil Valle d'Aosta.
Articolo del 20/02/2016
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